Mazzette e alimenti da imprenditori e commercianti per evitare le multe: dimezzate le pene per gli agenti

Mazzette e alimenti da imprenditori e commercianti per evitare le multe: dimezzate le pene per gli agenti
di Erasmo MARINAZZO
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Sabato 1 Maggio 2021, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 11:23

Dimezzate le pene per gli agenti della polizia stradale di Lecce condannati in primo grado con l’accusa di avere costretto commercianti ed imprenditori a regalare denaro, derrate alimentari ed altro ancora. Nel dispositivo della sentenza del processo d’appello letto ieri sera verso le 22, il reato di concussione è stato derubricato nel meno grave induzione indebita a dare o promettere utilità. Induzione e non costrizione, ha stabilito il collegio presieduto da Vincenzo Scardia (a latere Domenico Toni ed Eva Toscani), accogliendo in subordine la tesi del collegio difensivo che in prima battuta ha cercato di dimostrare che si dovesse parlare di corruzione nel rapporto dare-avere fra imprenditori e poliziotti. Reato, la corruzione, che sarebbe intanto prescritto, visto che i fatti contestati risalgono agli anni 2006, 2007 e 2008. Il blitz nel 2009 che coinvolse 16 agenti e comportò la necessità di ricostruire quasi da zero la squadra della sezione di Lecce della polizia stradale.

Il dispositivo della sentenza


Prescrizione intanto intervenuta per la contravvenzione prevista per il reato di detenzione di armi contestata a Fabio Cazzato, Impero Delle Donne, Salvatore lanza ed Ugo Rizzello. Questo orientamento contrario a quello della Procura generale, visto che il sostituto Giovanni Gagliotta aveva chiesto al conferma della sentenza emessa in primo grado il 2 luglio di tre anni fa dai giudici della prima sezione penale, ha comportato una riduzione secca delle pene. Per tutti gli imputati. I 7 anni e 10 mesi inflitti a Giuseppe Amenini, 59 anni, di Maglie, sono diventati 3 anni ed 11 mesi; i 7 anni e mezzo di Fabio Cazzato, 53 anni, di Lecce, 3 anni ed 8 mesi; i 6 anni e mezzo di Paolo Centonze, 60 anni, di Cavallino, 3 anni e 3 mesi; i 7 anni di Cosimo De Giuseppe, 73 anni, di Lecce, 3 anni e mezzo; i 7 anni e 10 mesi di Impero Delle Donne, 53 anni, di Martignano, 3 anni e 10 mesi; i 7 anni di Salvatore Lanza, 58 anni, di Lecce, 3 anni e 5 mesi; i 7 anni e 4 mesi di Temistocle Parlangeli, 52 anni, di Guagnano, 3 anni ed 8 mesi; i 7 anni di Anna Petrelli, 49 anni, di Vernole, 3 anni e mezzo; i 6 anni ed 8 mesi di Giuseppe Piccinno, 64 anni, di Aradeo, 3 anni e 4 mesi; gli 8 anni ed un mese di Cosimo Rampino, 61 anni, di Trepuzzi, 4 anni e 15 giorni; i 6 anni ed 8 mesi di Angelo Rapanà, 49 anni, di Campi Salentina, 6 anni ed 8 mesi; i 7 anni e 4 mesi di Ugo Rizzello, 59 anni, di Seclì, 3 anni e 7 mesi; ed i 6 anni e mezzo di Roberto Tarantino, 67 anni, di Copertino, 3 anni e 3 mesi.
Per Paolo Centonze è stata dichiarata la nullità di tre capi di imputazione con trasmissione degli atti al Tribunale.

Per il resto è stata confermata la sentenza di primo grado che aveva previsto come pena accessoria l’interdizione dagli uffici pubblici e l’estinzione del rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione.

L'attesa delle motivazioni


Tre mesi il termine indicato per depositare le motivazioni della sentenza, intanto sembrano già intenzionati a ricorrere in Cassazione, anche per riproporre la questione della sussistenza del reato di corruzione, gli avvocati difensori Giancarlo Dei lazzaretti, Luigi Corvaglia, Giuseppe Corleto, Maurizio Papa, Stefano De Francesco, Donata Perrone, Antonio Savoia, Antonio Romano, Francesco Tobia Caputo, Laura Minosi, Michele Palazzo, Francesca Conte, Luigi Greco, Luigi Rella e Michelangelo Gorgoni.

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