Pochi turisti, chiese chiuse in centro. Lecce, botta e risposta tra consigliere e associazione: «Si apra o gli operatori ne risentiranno»

Pochi turisti, chiese chiuse in centro. Lecce, botta e risposta tra consigliere e associazione: «Si apra o gli operatori ne risentiranno»
di Paolo CONTE
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Giovedì 27 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 15:13

«Chiese del centro storico di Lecce chiuse di mattina e di pomeriggio. Le foto che ho scattato in diverse fasce orarie lo testimoniano. Siamo la città delle chiese e viviamo di turismo, quindi ho ritenuto opportuno segnalare un grave disservizio dopo aver ricevuto diverse lamentele da parte degli operatori di strutture ricettive e tour operator. Mi auguro che la Curia e l’amministrazione cooperino per riaprire al pubblico il prima possibile perché la casa del Signore deve essere sempre aperta per tutti». È l’appello accorato del consigliere comunale Gianpaolo Scorrano, che ha risposto alle dichiarazioni del presidente di Artwork, Paolo Babbo.

Le spiegazioni di Artwork

«Data l’assenza di turisti causata del ritorno impetuoso dei contagi, abbiamo deciso di investire nella formazione col fine di contribuire al miglioramento e alla qualificazione dell’offerta turistica locale, ma le chiese sono aperte. Sono chiuse soltanto all’ora di pranzo e nel primo pomeriggio. Segnaliamo una presenza di appena 2-3 turisti al giorno. Santa Croce e la cattedrale del Duomo sono chiuse dalle 12.30 alle 16 - spiega il presidente della cooperativa sociale che si occupa della gestione del patrimonio culturale ecclesiastico -. In questi giorni, infatti, si sta svolgendo un percorso formativo presso l’antico salone del Palazzo del Seminario a cui stanno prendendo parte tutti i dipendenti di LeccEcclesiae».

Pochi turisti in centro


I turisti per le vie del centro storico scarseggiano e il gelo dell’inverno fa pendant con la paura di contrarre il virus, ma Artwork ha approfittato del periodo di magra per investire sulla cultura e sulla valorizzazione dei beni culturali: «La formazione è iniziata il 24 gennaio e proseguirà sino al 10 marzo. La crescita di un’organizzazione passa attraverso lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di coloro che vi operano - prosegue Babbo -.

Il corso tratta conoscenze di base quali informatica, inglese, relazioni con il pubblico ed elementi di formazione specialistica quali teologia della bellezza, comunicazione sociale, analisi del contesto ed ecosistema turistico». Il presidente di Artwork aveva risposto alle prima nota scritta e diffusa lunedì scorso dal consigliere Scorrano che, a suo dire, aveva segnalato il mancato servizio. 

La controreplica di Signore


Dopo le parole di Babbo, però, è seguita la controreplica del consigliere d’opposizione che, martedì scorso, si è recato presso alcune chiese del borgo antico immortalando le porte chiuse dei sacri monumenti in orari diversi. «Dicono che sono state interrotte solo le visite a pagamento nella fascia oraria tra le 12 alle 17, ma ho riscontrato personalmente che le chiese restano chiuse anche in altre fasce orarie - dichiara Scorrano -. Aprono solo per svolgere le funzioni religiose. Le ho trovate chiuse di mattina alle 10.50 e nel tardo pomeriggio alle 18. Perché Artwork e LecceEcclesie non hanno avvisato preventivamente la comunità di questi cambiamenti? Siccome c’è scarsa affluenza di turisti non possiamo permetterci un disservizio del genere. Si tratta di una grave mancanza nei riguardi di tante attività che operano nel turismo. Anche se i visitatori in questo periodo sono pochi, cosa penseranno quando si accorgeranno che non potranno visitare le chiese più belle della città? L’altro ieri era chiusa la chiesa di Santa Chiara, il Palazzo del Seminario e la cattedrale del Duomo. Ed allora rinnovo ancora una volta l’appello a tutti gli interlocutori interessati a venirsi incontro per il bene di tutta la cittadinanza ed a cercare di trovare una soluzione condivisa per riaprire gli splendidi beni della Curia facenti parte del progetto LeccEcclesiae al fine di aiutare un settore, quello turistico, oramai allo stremo».

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