Età del Bronzo, un “ristorante” primitivo a Pizzo dell'Aspide: ecco dove cucinavano i nostri antenati

Età del Bronzo, un “ristorante” primitivo a Pizzo dell'Aspide: ecco dove cucinavano i nostri antenati
di Giuseppe TARANTINO
2 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Settembre 2020, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 11:11
Un insediamento dell'Età del Bronzo scoperto sul Pizzo dell'Aspide a Santa Caterina, marina di Nardò, nel Salento. Un'altra scoperta archeologica lungo il litorale neritino, luogo ideale, ora, per lunghe passeggiate archeologiche dato il gran numero di siti presenti sulla costa.

Le mareggiate dello scorso novembre avevano ripulito la scogliera e fatto emergere alcune pietre infisse nella terra, che delimitavano piccole aree rettangolari e quadrangolari, che a gennaio il Gruppo Speleologico Neritino aveva segnalato alla Soprintendenza. Queste evidenze rappresentavano, però, un'ulteriore prova che la penisola dell'Aspide, situata a metà strada tra le marine di Santa Caterina e santa Maria al Bagno, fosse un sito archeologico di estremo interesse. La località, infatti, tutelata con vincolo archeologico da circa un anno, era nota da tempo per la presenza di materiale ceramico disperso in superficie e per la presenza di un muro di chiusura della penisola ben visibile nelle fotografie aeree del secondo dopoguerra. Tutto ciò lasciava presumere l'esistenza di testimonianze archeologiche nel sottosuolo, ora finalmente venute alla luce.

E infatti, un saggio di scavo, che ha interessato solo metà di una di queste evidenze, eseguito dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio lungo il litorale neretino, ha riportato alla luce una piastra in argilla concotta per la cottura degli alimenti, sepolta sotto pochi centimetri di terra ma ben conservata e una gran quantità di ceramica dell'Età del Bronzo medio (XV secolo a.C.). Ritrovamento che fa pensare ad un contesto abitativo, quindi ad un piccolo insediamento, in relazione visiva con il promontorio di Torre dell'Alto, dove è attestato un muro di fortificazione databile sempre alla stessa epoca.

La scoperta conferma ciò che la bibliografia scientifica aveva ipotizzato negli ultimi decenni e potrà fare luce sulle dinamiche insediative che hanno interessato il litorale ionico in particolare e il Salento più in generale in una fase fondamentale della protostoria. Ora sarà importante reinterrare la testimonianza, per poterla tutelare in vista di altri saggi su un'area più vasta. L'auspicio della Soprintendenza è di poter intervenire a breve e di poter riportare alla luce altre evidenze che potranno essere valorizzate in futuro e che si prestano a diventare una passeggiata archeologica in un contesto di grande valenza paesaggistica, a breve distanza dal frequentatissimo lungomare e oggetto di attenzioni anche da parte degli affezionati bagnanti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA