Plastica, scatta il divieto. Addio piatti e bicchieri monouso: stangata per commercianti e famiglie

Plastica, scatta il divieto. Addio piatti e bicchieri monouso: stangata per commercianti e famiglie
di Paolo CONTE
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:41

Stop all'uso di plastiche non riciclabili. E una nuova, piccola, batosta, si abbatte sulle famiglie ma anche su tante attività commerciali, come quelle della ristorazione, a partire dai bar.
Entra in vigore da oggi la direttiva europea Sup (Single Use Plastics) che impone il divieto di vendere posate, piatti, cannucce, bastoncini cotonati, aste da attaccare a supporto dei palloncini e agitatori per bevande. Una misura che intimorisce anche i commercianti leccesi, da una parte per il timore delle multe, dall'altra per la paura di vedere calati i fatturati per la mancata vendita della nuova plastica: tanto più cara da spingere molti consumatori al ritorno alla ceramica e al vetro.

Cosa succede ora?


La prima operazione dell'anno su sfondo green mira alla riduzione dell'utilizzo della plastica monouso non biodegradabile e non compostabile, ma gli operatori di settore del capoluogo leccese si sentono penalizzati per il rincaro dei prezzi. Un aumento che naturalmente si ripercuote anche sulle tasche dei consumatori, visto che la plastica biodegradabile ha costi molto più elevati.


«Mi sento svantaggiata perché la biodegradabile sta arrivando a prezzi troppo alti - dichiara Marta Croce di Shop and go in via Don Luigi Sturzo -. I clienti si lamentano e preferiscono comprare prodotti in ceramica. Prima vendevano al pubblico 20 piatti di plastica a 1,30 euro: adesso il prezzo è lievitato ad 1,90. Le posate non si trovano più - aggiunge - e anche i bicchieri non si trovano facilmente. Durante le feste abbiamo registrato un calo del fatturato a causa delle tariffe elevate della riciclabile. L'80% della merce riguardante la plastica non degradabile che abbiamo acquistato deve ancora essere venduta. E per il momento stiamo continuando ad utilizzare regolamentate gli involucri dei detersivi di plastica, anche perché ancora non c'è nulla di ufficiale».

La normativa


La normativa prevede anche il divieto di prodotti in plastica oxo-degradabili (ossia le materie plastiche contenenti additivi) e contenitori per tazze, bevande e alimenti in polistirene espanso. E per coloro che immetteranno sul mercato o venderanno prodotti non conformi sono previste multe che andranno da 2.500 a 25.000 euro.
«Ormai siamo passati del tutto ai prodotti bio-compostabili - afferma Luca Caretto di Compro Caffè (alimenti base confezionati) in via Armando Diaz a Surbo -. C'è una fascia di cliente che non guarda al portafogli, altri invece si lamentano. 50 bicchieri da caffè sono passati da 45 centesimi a 2 euro. Le palette per girare il caffè ormai si comprano in legno perché quelle di plastica costano di più. Anche le buste sono solo biodegradabili e hanno pochissima resistenza. Prima si comprava un chilo di buste in una forbice tra i 4 e i 6 euro. Adesso costano fino a 32 euro più Iva al chilo - prosegue -. Chiaramente tutto incide sulla nostra gestione, perché i prezzi sono quadruplicati».
Le lamentele tra i commercianti sono diffuse. «Ci sentiamo penalizzati perché gli importi sono raddoppiati - spiega Sabrina di Igiene Più in via Gabriele D'Annunzio -. I clienti cercano il prodotto che costa meno e ormai sono orientati verso il vetro e la ceramica. Per legge possiamo continuare a vendere i prodotti già acquistati, come gli involucri dei detersivi in plastica, sino ad esaurimento scorte. La stragrande maggioranza di questi prodotti in magazzino - aggiunge - sono già stati venduti. Già da mesi spieghiamo ai nostri clienti dell'avvento dei prodotti biodegradabili per prepararli al cambiamento, ma purtroppo sono insoddisfatti per via dei prezzi».
I consumatori però si dividono. C'è chi si lamenta e chi è invece contento di dare una mano all'ambiente. «Non è comprensibile un aumento dei prezzi del genere per questi prodotti - commenta Cecilia Longo -. Ormai è aumentato tutto. Oltre alle bollette salate e ai rincari degli alimenti, dobbiamo mettere in conto anche le spese suppletive per la plastica? Lo stipendio purtroppo è sempre lo stesso». Di tutt'altro parere si è rivelato il pensiero di Oronza Campanile: «È stato compiuto un grande passo verso la sostenibilità. Dobbiamo imparare a preservare e a proteggere l'ambiente. Spenderò qualche moneta in più molto volentieri». E dello stesso avviso è Luigi Elia: «Sono contrario all'uso della plastica perché distrugge l'ambiente e l'uomo è il principale responsabile di questa distruzione. Per questo ben venga l'uso della plastica biodegradabile».
Infine c'è chi sta in mezzo. «Da titolare di una caffetteria non posso non notare anche l'aspetto economico - dice Mattia Presta -. La plastica biodegradabile è molto più costosa della vecchia plastica e questo va a sommarsi alle utenze e alle materie prime che sono aumentate nell'ultimo periodo. E tutto ciò va a ricadere non solo su noi, commercianti, ma inevitabilmente anche sui clienti. Però io nel mio piccolo, a casa, ho eliminato il 95% della plastica, cercando di usare piatti di ceramica e bicchieri di vetro».
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