La spesa è diventata insostenibile e i pescatori di Monopoli, a cui si sono aggiunti gli agricoltori, tornano a protestare contro il caro gasolio. Barche ferme in porto. Non sono gli unici in Italia, a Fiumicino i pescherecci sono fermi al porto da questa mattina, ieri la protesta a Molfetta, tra le marinerie più importati della Puglia.
La protesta "pacifica" ha visto protagonisti i pescatori di Monopoli che dopo le proteste già messe in atto a marzo scorso, quando i prezzi del carburante salirono alle stelle, sono tornati a far sentire la propria voce.
Le richieste
La richiesta è sempre la stessa: un tetto massimo al prezzo del gasolio perché così non si riesce ad andare avanti. «L’effetto dell’incremento del prezzo medio del gasolio – spiega Coldiretti ImpresaPesca – si sta abbattendo come una tempesta sull’attività dei pescherecci già duramente colpiti dalla riduzione delle giornate di pesca. Fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese di pesca – aggiungono - non riesce a coprire nemmeno i costi energetici oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività. Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile».
Intanto domani tutte le marinerie pugliesi, da Manfredonia a Gallipoli, si ritroveranno a Bari per proseguire la protesta.