Pizzicati due pescatori di frodo: sequestrati circa 2mila ricci. A Leuca, tartaruga liberata dalle reti da pesca

Pizzicati due pescatori di frodo: sequestrati circa 2mila ricci. A Leuca, tartaruga liberata dalle reti da pesca
di Francesco DE PASCALIS
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Venerdì 17 Luglio 2020, 18:31 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 22:05
La Capitaneria di Porto di Gallipoli intensifica i controlli nell'Amp Porto Cesareo per tutelare specie protette ed ecosistemi marini.
Nel corso degli ultimi due giorni, il personale della Capitaneria di porto di Gallipoli e dell’Ufficio Locale Marittimo di Torre Cesarea hanno individuato, in due distinte operazioni, due pescatori di frodo all’interno della nota riserva marina nazionale. Prima un pescatore sub di professione, con bombole ed autorespiratore, si è immerso nelle acque della zona C dell’area protetta per prelevare i ricci di mare. Una volta individuato, immediato è stato l'intervento della motovedetta che lo ha sorpreso con circa 300 esemplari.

Nel secondo caso un pescatore sportivo locale, i cui movimenti erano monitorati dal personale dell’Ufficio locale Marittimo di Torre Cesarea attraverso il sistema di video sorveglianza in dotazione all’Area Marina Protetta, è stato intercettato all’atto dello sbarco a terra con oltre 1100 esemplari di echinodermi, tutti frutto di attività di illecita. In entrambi i casi i ricci sono stati posti sotto sequestro e successivamente rigettati in mare in quanto ancora vivi e vitali. I due pescatori locali identificati, sono stati sanzionati per un totale di 4000 euro.

Da evidenziare infine che sempre nella giornata di ieri, tempestivo è stato l’intervento della motovedetta di Santa Maria di Leuca, già in mare nell’ambito dell’Operazione “Mare Sicuro”, p intervenuta a seguito di una segnalazione di alcuni diportisti, che avevano intravisto una tartaruga caretta-caretta impigliata in alcuni spezzoni di reti da pesca. I militari molto professionali, dopo averla recuperata, sono riusciti a svincolare la Caretta caretta dalle reti ed a liberarla in mare, dopo essersi confrontati con il personale del "centro recupero tartarughe marine" del Museo di storia naturale di Calimera.
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