Sei anni di reclusione e 100mila euro di multa ciascuno: è la condanna inflitta dal giudice Francesca Mariano nei confronti delle otto persone - un imprenditore di Gallipoli e sette pescatori professionisti - imputate per aver prelevato dai fondali del litorale jonico e delle marine di Lecce ben undici quintali di oloturie (conosciute anche come cetrioli o "pizze" di mare), «cagionando con ciò abusivamente un deterioramento significativo del tratto di mare ove le stesse vivevano in elevatissimo numero, con conseguente alterazione della biodiversità della fauna e della flora», come recita il capo di imputazione dell’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone con i militari della Guardia costiera ed i finanzieri della Compagnia di Gallipoli.
Taranto, colpo alla pesca illegale di oloturie: 17 indagati
I nomi
Condannati l’imprenditore Davide Quintana, 37 anni, di Gallipoli, titolare dell’azienda “Pizza marina” (difeso dagli avvocati Ladislao Massari e Michele Lembo) ed i pescatori subacquei professionali Damiano Barba, 48 anni, di Gallipoli (avvocato Luca Laterza); Cosimo Carroccia, 51 anni, di Gallipoli (avvocato Massimo Cavuoto); Pietro Carroccia, 54 anni, di Gallipoli (avvocato Francesco Piro); Salvatore D’Aprile, 50 anni, di Nardò (avvocato Tommaso Mandoi); Gino Stapane, 50 anni, di Nardò (avvocati Mandoi ed Emanuele Simone); Gabriele Faenza, 34 anni, di Gallipoli (avvocato Laterza); e Luigi Fiore, 43 anni, di Gallipoli (avvocato Biagio Palumbo).
Il commento del procuratore
«La sentenza di oggi - ha commentato il procuratore Leonardo Leone De Castris - è di una importanza eccezionale perché per la prima volta affronta e risolve il tema delicatissimo della tutela dell'ambiente marino.