Pensioni, effetto Quota100 a scuola: 700 prof in fuga, boom di supplenti

Pensioni, effetto Quota100 a scuola: 700 prof in fuga, boom di supplenti
di Maddalena MONGIò
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Venerdì 13 Settembre 2019, 09:35
Prof in fuga dalla scuola. Colta al volo la possibilità di Quota 100 e in circa 700 salutano la loro aula. Con l'effetto della giostra delle supplenze sull'inizio dell'anno scolastico. Tra nomine, precariato e qualche disagio.
I numeri, innanzitutto. Alti. Forse anche al di là delle aspettative. A metà luglio, in provincia di Lecce, erano 2mila i dipendenti pubblici andati in pensione grazie a questa misura: di questi circa il 40 per cento riguarda il mondo della scuola con la parte del leone fatta dai docenti. Circa 700 tra professori e maestri con il dato scremato dalla fisiologica percentuale del personale Ata.

Una percentuale - quella del 40 per cento - che si riflette anche sul dato complessivo dei docenti andati in pensione negli ultimi mesi: 4 su 10 hanno potuto farlo con Quota 100.
Ma se al Nord si suona il de profundis per le cattedre vacanti, nel Salento i sindacati guardano il bicchiere mezzo pieno perché le cattedre vuote aumentano la possibilità di rientro per i docenti emigrati al Nord dopo l'immissione in ruolo con la legge 107 del 2015.
Sull'altra faccia della medaglia ci sono le tante cattedre che hanno un supplente e non un docente di ruolo, tant'è che si sta profilando una situazione esplosiva, sul fronte del precariato, di dimensioni più ampie rispetto a quelle che spinsero l'allora presidente dei Consiglio, Matteo Renzi, al contestato Piano straordinario di reclutamento. Questi posti vacanti sono messi a disposizione delle assegnazioni provvisorie (incarichi annuali) che quest'anno hanno anche avuto una buona tempistica nelle nomine fatte dall'Ufficio scolastico territoriale, nonostante la mole rilevante: 2.400 domande.

«Ad alcuni docenti, in particolare donne, mancava poco per raggiungere l'età per la pensione di vecchiaia considera Rosa Savoia, segretaria generale della Flc Cgil cioè con la quota massima di 41 anni. Hanno preferito andare via due, tre anni prima, avendo i requisiti e perdendo qualcosa, ma volevano uscire dalla scuola. Le ragioni sono tante: stanchezza, necessità di assicurare aiuto ai figli o ai genitori. Torna sempre la questione sul ruolo di accadimento che ricade sulle spalle delle donne e così in tante hanno preso la palla al balzo e sono andate in pensione. Il problema è che questi posti non sono stati resi disponibili per i trasferimenti, ma sono stati utilizzati per le assegnazioni provvisorie e questo ha creato l'effetto boomerang, per cui in molte scuole mancano i docenti titolari». Questo il frutto avvelenato di Quota 100, anche perché le promesse dei concorsi fatte dal governo gialloverde non si sono tradotte in procedure concrete. E poi la stessa Savoia conclude: «Abbiamo ancora girandole di docenti e personale Ata, in attesa di sistemazione perché i posti sono ancora vacanti. L'anno scolastico comincia con molti posti vacanti, specie nel sostegno dove ci sono pochi specializzati, ma anche nelle materie scientifiche, mancano soprattutto i docenti di matematica e scienze. Ci sono pochi laureati e molte università stanno attuando una politica utile a favorire le immatricolazioni nelle materie scientifiche».

Disagi e opportunità: due aspetti che, spesso, s'incrociano. «Quota 100 ha sicuramente dato la possibilità a moltissime persone di andare in pensione afferma Maria Rosaria Valentino, segretaria provinciale dello Snals in numero pari a quelli andati in pensione per limiti d'età. Si tratta di numeri importanti, ma nel Salento questi pensionamenti non rappresentano una criticità. Mentre al Nord i trasferimenti sono minimi, qui sono nell'ordine delle migliaia e i posti di Quota 100, l'anno venturo saranno divisi tra la mobilità e le immissioni in ruolo. Quindi, se al Nord su 100 pensionamenti, 90 andranno alle immissioni in ruolo, al Sud ne andranno 50. Questa è una certezza».

Dello stesso avviso Gianna Guido, segretaria provinciale della Cisl Scuola: «Per la scuola Quota 100 ha comunque rappresentato un ricambio perché con le assegnazioni provvisorie ci sono stati nuovo docenti, al contrario di quanto accaduto nella Funzione pubblica dove non c'è stato l'avvicendamento. Quota 100 ha rappresentato un ricambio generazionale, anche se molti di questi docenti erano impegnati nell'organico dell'autonomia che ora è sguarnito. Abbiamo però avuto il vantaggio di far rientrare per un anno, con l'assegnazione provvisoria, tanti nostri docenti che hanno il ruolo fuori regione. Il Governo ha dichiarato che la finestra della Quota 100 ci sarà anche il prossimo anno e dovremo vedere che riflessi ci saranno anche perché quest'anno non abbiamo avuto molte assunzioni perché sono stati considerati solo i pensionamenti ordinari».
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