Paternità del pasticciotto, lo storico: «Né Alvino, né Ascalone hanno inventato il pasticciotto: fantasie». Il dolce in un menu del 1901

Paternità del pasticciotto, lo storico: «Né Alvino, né Ascalone hanno inventato il pasticciotto: fantasie». Il dolce in un menu del 1901
di Antonella MARGARITO
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Lunedì 21 Settembre 2020, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 15:09

Né Alvino, né Ascalone. Un solo colpo e due feriti: «Il pasticciotto esisteva almeno dal 1900 come testimonia la pubblicità di un ristorante di San Cataldo. Si sta facendo un gran polverone sulla paternità di questo dolce e non si vuole riconoscere che si tratta di una eccellenza tutta salentina, appartenente dunque a tutto il territorio del Salento».

Ad entrare nella gustosa querelle sulle origini del dolce - scatenata dalla decisione della Giunta comunale di Galatina, di registrare i marchi denominativi Galatina Città del Pasticciotto e Pasticciotto di Galatina - è lo storico gallipolino Elio Pindinelli, che parla con carte alla mano e ribadisce che non si può dire è mio o no, è mio, se non con delle documentazioni che attestino ciò che si va ad asserire. Buono da morire, ai più poco importa chi lo avrebbe partorito e che sia di Lecce, di Galatina, di Gallipoli o di Giuggianello. In ogni caso, al primo morso, nel momento in cui la frolla frana nella crema pasticcera e con lei si sposa, sei costretto a chiudere gli occhi per il piacere.

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«Il sottoscritto non racconta storielle dice Elio Pindinelli voglio solo dare un contributo alla diatriba scatenatasi in questi giorni sul pasticciotto con la divulgazione di questo menù appartenente al ristorante Adriano in San Cataldo, stampato su un giornale e risalente al 1900. Come si può vedere alla voce dolci si parla di pasticciotto con crema o con frutto. Quest'ultima voce potrebbe riferirsi o all'amarena che in alcune varietà di pasticciotto si usa mettere nella crema o al fruttone, un altro dolce tipico dalla forma di pasticciotto e con il cioccolato sopra. Questo menù smonta la tesi di Rossella Barletta che attribuisce l'origine del pasticciotto al caffè Alvino nel 1911. A Galatina lascio poi la storiella divulgata dal Rizzelli del pasticciotto di Ascalone del 1745: non c'è alcun documento che attesti ciò e io personalmente prendo le distanze dalle fantasie ma parlo solo con le testimonianze».
E a proposito di pasticciotto e bocconotto è bene anche chiarire che il secondo non sarebbe una ulteriore varietà del primo, ma un nome comune che si sostituisce a quello di pasticciotto o fruttone.

Ma ricerca storica di Pindinelli non si ferma qui. «Nel luglio del 1884 spiega - un corrispondente leccese da Torino descriveva l'ambiente della Fiera che in quei giorni si celebrava nel capoluogo piemontese consigliando di accomodarsi al chiosco dei signori Rossetti e Casto e assaggiare qualche pasticciotto». Sarà stato il salentino? O qualche altro dolce?

Pindinelli continua: «A Lecce nella Pasqua del 1900 le Monache Compassioniste che gestivano il Ricovero di Mendicità avevano distribuito il pranzo offerto dall'Amministrazione comunale: Maccheroni di Gragnano, ragù, il tradizionale spezzattino di agnello, la non meno tradizionale pudhica con le uova, un pasticciotto, vino e frutta».
Ma c'è di più. «Il termine pasticciotto è in uso da sempre sottolinea -. Annibal Caro lo usa in una lettera inviata nell'aprile del 1538, da Velletri, a Silvestro da Prato. E ancora Nel XVIII secolo Vincenzo Corrado allestisce dei menù in cui compaiono i pasticciotti alla regina».

Siamo nel periodo borbonico e Annibal Caro, cuoco, filosofo e letterato, era comunque originario di Oria, emigrato poi in quel di Napoli, quindi è possibile anche che si parli del pasticciotto salentino.

Sta di fatto che questo termine, nei secoli, ha fatto un po' il giro d'Italia, secondo Pindinelli, ma «nel Salento identifica il dolce per eccellenza con il suo riempitivo di crema pasticcera». E scusate se è poco.

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