Salento, Parco eolico offshore: così le pale rischiano di incrociare il metanodotto

Salento, Parco eolico offshore: così le pale rischiano di incrociare il metanodotto
di Maurizio TARANTINO
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Martedì 22 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:41

Il parco eolico offshore di Odra energia non può essere allontanato ulteriormente dalla costa per non intersecare il tracciato del gasdotto Poseidon e le concessioni minerarie nel Canale di Otranto
La conclusione emerge dall’esame della posizione degli aerogeneratori da installare al largo della costa adriatica nella relazione generale inoltrata al Ministero della Transizione ecologica da Falck Renewables e BlueFloat Energy.
A promuovere una diversa localizzazione delle 90 torri galleggianti era stato, nei giorni scorsi, il presidente Michele Emiliano che aveva parlato di impatto notevole durante l’incontro con i sindaci interessati dal progetto.
«Nonostante la Regione non abbia alcun ruolo decisionale e amministrativo - aveva dichiarato -, mi farò carico di incontrare l’azienda che propone il parco eolico, per verificare se sia possibile mitigare l’impatto ambientale o, addirittura, evitare di realizzare il parco in quello specchio di acqua».

Le mappe


Ma le mappe parlano chiaro e sembrano lasciare pochi margini di manovra. Lo spostamento dei 90 aerogeneratori alti circa 300 metri più a sud, in un’area di 162 Km quadrati, è l’unica possibilità per non interferire con altre infrastrutture già previste in quel tratto. Proprio accogliendo la richiesta emersa durante la fase di confronto col territorio, sviluppata tra il mese di settembre e quello di dicembre, il parco Odra Energia era stato riprogettato aumentando la distanza minima delle pale dalla costa del 30% rispetto a quanto previsto inizialmente. 
L’area designata per l’installazione del parco eolico è ubicata nello specchio di mare indicativamente compreso tra il comune di Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca a distanze comprese tra i 12 km (distanza minima dalla costa) e 24 km e profondità comprese tra 100 e 200 metri circa. 
Nella relazione si evidenzia la presenza di alcuni elementi infrastrutturali che compongono il mosaico degli interventi già realizzati o da realizzare nelle stesse acque.

Esistono infatti alcuni cavi di comunicazione facenti parte della Rete Sottomarina dell’Adriatico Meridionale, derivazioni che provengono da Bari ed hanno destinazione differente nei diversi paesi della costa meridionale dell’Adriatico e dello Ionio. C’è poi la linea di scarico da Porto Badisco in mare.

Il tracciato del metanodotto


Ma il tassello più importante è quello che riguarda il tracciato del metanodotto IGI Poseidon a nord-ovest dell’area di progetto che collega la Grecia all’Italia tramite una linea sottomarina che si connette a terra a sud di Otranto, nelle vicinanze del porto, a circa 40 metri a ovest dal cavo elettrico Enel. «Il tracciato – conclude la relazione - è stato preso in esame per la definizione del layout preliminare del Parco Eolico Odra». Un problema non da poco per i proponenti che si troverebbero a dover fare i conti con un’opera ritornata ad essere strategica.
«L’inizio dei lavori - spiega il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi - è stato prorogato a fine 2023. Questo perché Edison, l’azienda italiana che fa parte del consorzio, dovrà caratterizzare un’area che è da bonificare. In quel punto sarà creata una struttura per connettere il gasdotto alla rete. Odra ci aveva informato della volontà di creare il parco eolico, ma la presenza del tracciato rappresenta un confine invalicabile e per questo si sono spostati più a sud». Altri confini non travalicabili sono i titoli minerari per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi in mare, nelle cosiddette “Zone marine”. Quella contrassegnata dalla lettera “D” si estende nel mare Adriatico meridionale e nel mare Ionio: è delimitata ad ovest dalla linea di costa delle regioni Puglia, Basilicata e Calabria, fino allo stretto di Messina mentre la “F” è delimitata a est dai confini con Croazia, Albania e Grecia e, di recente, in base agli accordi con questi Stati, è stata riperimetrata e ampliata sul lato sud, anche in considerazione delle nuove tecnologie che consentono attività minerarie in acque profonde. La zona F si estende per circa 50.520 kmq e costituisce circa il 9 % della piattaforma continentale italiana. Del parco eolico al largo di Castro e Santa Cesarea, che continua in ogni caso ad avere la contrarietà della stragrande maggioranza delle amministrazioni del territorio per lo stravolgimento dell’impatto visivo, si occuperà questa mattina il consiglio regionale discutendo la mozione del capogruppo della “Puglia domani”, Paolo Pagliaro che propone di negare il via libera all’infrastruttura.

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