Pane, rincaro dal 1° dicembre: 50 centesimi in più al chilo

Pane, rincaro dal 1° dicembre: 50 centesimi in più al chilo
di Matteo CAIONE
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Martedì 26 Ottobre 2021, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 14:58

Il prezzo del pane lieviterà dal primo dicembre. Cinque centesimi in più a panino, ovvero un aumento di circa 50 centesimi al chilo. E quindi un balzo da 3 a 3,50 euro. La decisione è stata formalizzata nella riunione che si è tenuta ieri sera nella sede della Confcommercio di Lecce: un accordo che conferma le previsioni dei giorni scorsi quando i primi rincari hanno cominciato a fare capolino alla spicciolata in alcune panetterie della città e della provincia.

L'incontro tra Confcommercio con i panificatori


All'incontro hanno partecipato i panificatori salentini che aderiscono al sindacato provinciale Assipan: all'ordine del giorno la discussione riguardo ai recenti aumenti dei prezzi medi del grano e delle materie prime impiegate nel processo produttivo. Costi che lievitano e che si aggiungono ai rincari in bolletta, tra energia elettrica e gas, e anche all'impennata record dei carburanti. Un'ascesa dei prezzi senza soluzione di continuità: la somma degli aumenti fa la stangata. Che non risparmia nemmeno l'alimento essenziale (e giornaliero) presente sulle tavole. Un caropane che in questo caso comincerà a farsi sentire nelle tasche dei salentini in vista del Natale.

Lievita il listino prezzi 


Un aumento del listino prezzi a cui i panificatori «sono stati costretti - ribadiscono gli esercenti presenti alla riunione - per non rischiare di dover chiudere le attività». Al termine dell'incontro a parlare è Tonino Schipa, riferimento storico del gruppo provinciale dei panificatori leccesi. «Siamo davvero preoccupati - afferma - per l'aumento smisurato, per non dire raddoppiato, del costo delle farine e di tutte le fonti energetiche quali luce e gas». E alla luce di un quadro così delicato, tutti gli imprenditori che hanno preso parte all'assemblea «hanno espresso - si legge nella nota che hanno diramato - la necessità di prevedere un piccolo aumento del prezzo del pane».

Cinque centesimi in più a pezzo: mezzo euro di rialzo al chilo. L'accordo vincolerà sulla carta solo gli aderenti all'Assipan, ma di fatto tutta la categoria dei panificatori di Lecce e provincia si allineerà a questa indicazione.


Il passaggio da 3 a 3,50 euro riguarderà esclusivamente il prezzo del classico pane di grano tenero: sul fronte dei prodotti realizzati con grano duro, semola e farine speciali (che in alcuni casi sono aumentate del 100%) ogni panetteria stabilirà il proprio listino. L'intesa raggiunta sul pane comune ha determinato quello che i panificatori definiscono incremento calmierato su un bene essenziale e di prima necessità. Un rialzo quindi che non è direttamente proporzionale ai rincari che i produttori stanno affrontando dalla scorsa estate e che, secondo le previsioni, continueranno a subire anche per i prossimi mesi. Lo mette in chiaro a caratteri cubitali lo stesso Schipa: «Si tratta di un aumento risibile - sostiene - e ben al di sotto del valore medio degli aumenti smisurati delle materie prime e delle fonti energetiche che i nostri panifici stanno subendo. Il Covid-19 non ha fatto altro che comprimere ulteriormente il consumo giornaliero di pane».


Il punto di riferimento dei panificatori della città mette in fila anche altre criticità: «La pressione fiscale ed il costo del lavoro sono oramai insostenibili e reperire lavoratori giovani disposti a svolgere un mestiere così sacrificante è praticamente impossibile. Ribadiamo quindi che è nostra fondamentale prerogativa quella di salvaguardare gli interessi dei nostri tanti clienti e anche per questo abbiamo deciso - rammenta Schipa - che non da subito, ma solo a partire dal mese di dicembre, il prezzo del pane aumenterà mediamente di soli 5 centesimi a pezzo». Intanto, Confcommercio Lecce si schiera al fianco dei panificatori e tramite una nota spiega che «continuerà la propria attività di tutela delle aziende associate ed in particolar modo di un comparto, come quello alimentare, fondamentale per lo sviluppo economico del territorio».
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