Pane, ecco i primi rincari a Lecce. Ma la stangata a Natale

Pane, ecco i primi rincari a Lecce. Ma la stangata a Natale
di Matteo CAIONE
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Martedì 19 Ottobre 2021, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 20:15

Stangata in arrivo anche sul pane. L’appuntamento con i rincari è per i primi di dicembre. E con le festività natalizie all’orizzonte, anche nel Salento si materializzeranno gli aumenti sull’alimento essenziale presente sulle tavole di tutti. Il pane è destinato, dunque, a lievitare pure nel listino prezzi: sarà l’effetto dei rialzi che dalla scorsa estate riguardano le materie prime e le spese di gestione. Rincari che vanno dal 20 al 40 per cento su farine e lievito. Con casi eclatanti che sfiorano il 100%.

I costi che lievitano

«I costi delle farine di semola e Senatore Cappelli, per esempio, sono raddoppiati. Ma noi ovviamente - dice Serena Schipa, titolare del forno “Si.Se - Schipa” di Lecce - non possiamo raddoppiare il prezzo del pane. È dal primo agosto che stiamo subendo aumenti costanti da parte dei fornitori e dei mulini. E ogni quindici giorni arriva un ritocco del 3%». Intanto, lunedì prossimo si terra un’assemblea dei panificatori salentini: l’incontro presso la sede provinciale di Confcommercio è stato convocato in queste ore dal Sindacato provinciale panificatori e da Assipan Lecce. All’ordine del giorno ci sarà proprio la discussione sui rincari e le decisioni da prendere. Gli aumenti dovrebbero essere ufficializzati a partire dal primo dicembre. «È importante programmare questo passaggio e muoversi insieme per valutare un aumento che sia equo e per scongiurare rincari indiscriminati. Finora, con sacrificio, abbiamo mantenuto i prezzi stabili - dice Schipa - nonostante le batoste che stiamo subendo sulle materie prime che sono alle stelle. Non si tratta di guadagnare di più o peggio ancora di speculare: prima di Natale dovremo inevitabilmente ritoccare il costo del pane solo e soltanto per mantenere sostenibili le nostre attività e il nostro lavoro».

I prezzi lievitano

Il pane, che ora viaggia intorno ai 3 euro al chilo, vedrà probabilmente un rialzo di circa 50 centesimi. Ma nel combinato disposto del caropane oltre alle materie prime ci sono anche le cifre che esplodono in bolletta. «Il costo delle farine ha dato il colpo di grazia, ma sta aumentando anche il lievito e il burro. Rialzi anche del 40%.

Tuttavia, a pesare come macigni sono anche le spese dell’energia elettrica con un balzo del 30%. Un’attività come la mia, con i forni elettrici a pieno regime, la voce dei consumi - sottolinea la titolare di Si.Se - incide tantissimo: paghiamo circa 4mila euro di energia elettrica al mese. Con le nuove bollette andremo oltre i 5mila euro. E poi gli aumenti dei contenitori di alluminio e di plastica, delle posate bio, della carta e dei sacchetti per alimentari». Gli effetti di aumenti a cascata si cominceranno a sentire prima di Natale. «Non lo facciamo a cuor leggero, ma solo per mantenere in piedi le attività. È un dramma anche per noi - afferma Serena Schipa - dover aumentare il pane. E questo è il segnale forse più preoccupante delle difficoltà di questo momento storico. Se prima una famiglia di quattro persone acquistava anche dieci o dodici panini, ora non più di due, cioè mezzo panino a testa».

Gli altri aumenti


Intanto, gli aumenti hanno già fatto capolino in alcune attività. «Da oggi - dice Davide Marzano dell’alimentari “Ria” - 50 centesimi in più sul pane casereccio di grano duro. E quindi non ho potuto fare altro che applicare il rincaro del fornitore al listino del mio negozio, portando il prezzo da 3,50 a 4 euro al chilo». Ma non si tratta di solo pane. «La pasta di varie marche - aggiunge il salumiere - è già aumentata di 10 o 20 centesimi al chilo. E a breve saliranno anche i prezzi delle mozzarelle».

L'allarme dei consumatori

Intanto, cresce anche l’allarme dei consumatori. «La preoccupazione è che ancora una volta non siano aumenti di natura frizionale, ovvero temporanei, ma che il rincaro diventi poi strutturale», afferma Alessandro Presicce, presidente provinciale dell’Adoc. «Come già avvenuto in altri momenti di crisi, i prezzi subiscono in generale un’impennata senza poi tornare ai livelli precedenti. Non ci sono strumenti pubblici per poter difendere i consumatori che sono l’anello più debole di questa catena di rincari, ma vigileremo contro qualsiasi speculazione su un bene primario. Si potrebbe replicare - propone Presicce - quello che avviene, per esempio, in Germania: nel pomeriggio, nelle ultime due ore di apertura dell’attività, il pane viene venduto a metà prezzo. Un modo per combattere lo spreco e aiutare le fasce economicamente più fragili della popolazione».

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