Otranto, il «sistema Cariddi» e la lotta con la Soprintendenza per le luminarie nei fossati

Le luminarie nei fossati del castello
Le luminarie nei fossati del castello
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 15:26

Il "Sistema Cariddi" e la "lotta" con la Soprintendenza anche per le luminarie nei fossati. Una eterna «lotta»: è quanto emerge dal processo Twiga, durante il quale la funzionaria Michela Catalano è stata ascoltata in aula come testimone, è confermato negli atti di indagine dell’ultima inchiesta quella in cui dieci persone sono state arrestate e che si è occupata del presunto «sistema Cariddi» a Otranto.  

La testimonianza sul Twiga

«Per ubicazione, tipologia e sviluppo plano altimetrico - ha detto in aula la funzionaria - nonché per la prevista permanenza della maggior parte dei manufatti oltre il termine della stagione estiva, risultavano non compatibili con la tutela di rilevanti valori paesaggistici in quanto comportano l’occupazione e la radicale trasformazione di una fascia costiera a carattere rurale, di valore estetico e tradizionale, con conseguente grave pregiudizio delle valenze idrogeologiche e di naturalità». 
Le interlocuzioni con la Soprintendenza erano state numerose nel tempo, come documentano le intercettazioni contenute nel fascicolo sull’ultima inchiesta, quella che ha portato in carcere Pierpaolo e Luciano Cariddi

La querelle sulle luminarie natalizie nei fossati

Nel novembre 2021 si parla invece di luminarie natalizie nel fossato del castello, una idea che la Soprintendenza sembra non aver autorizzato. «Dalle conversazioni - rilevano gli investigatori - Cariddi dimostra tutta la sua ostilità verso le istituzioni, opponendosi in modo sfrontato verso quanto contestato dalla funzionaria». 
«Senti - chiede la funzionaria - ma le luminarie di Natale quando sono state autorizzate». «Eh - risponde il sindaco - penso quando sono state bocciate d’estate». La funzionaria precisa che in estate non erano state autorizzate perché impattanti. E si sfoga: «Però, io sono veramente stanca di ricevere una segnalazione al giorno, sindaco eh».

E aggiunge: «Ci sono delle cose che non si possono fare». Poi ancora: «Sindaco, si chiedono, si chiedono soluzioni magari alternative, non si prende e si fa in barba alla legge». 

Le intercettazioni

«Allora - commenta Cariddi - siamo sempre in barba alla legge». La funzionaria ribatte: «Beh, spesso, diciamo. Spesso». A quel punto il primo cittadino risponde: «E va be, voglio dire Michela, mandatemi qualcuno, sequestratemi pure le luminarie, che vi devo dire». Infine la considerazione della funzionaria: «Prendo atto che noi come Stato non riusciamo a stare dietro al comune di Otranto, lo stato italiano nella persona del ministro dei Beni culturali non riesce a stare dietro in tutta Italia al comune di Otranto, ne prendo atto. Guarda saranno contenti di saperlo a Roma questa cosa». 
Si continua a discutere delle luminarie invernali, il sindaco chiosa: «Non so più voglio dire, che Otranto segnalano ogni giorno. Ma segnala il mondo su Otranto però non è che io alla fine sto dietro alle segnalazioni di chiunque voglia fermarmi, chiunque pensa di venire ad amministrarmi il paese mio». E infine: «Luminarie di Natale, sono. Non sono cementi armati». 
Rileva la Soprintendenza: «Ma tu cosa hai di diverso dal Comune di Lecce che chiede per il presepe l’autorizzazione in piazza Duomo? Spiegamelo». L’autorizzazione, a quanto emerge non c’era. Ma la convinzione, in Comune, era che il fossato del castello non fosse sottoposto a vincolo.

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