Pontili da smontare, sos al ministro: «Salvi il porto di Otranto»

Pontili da smontare, sos al ministro: «Salvi il porto di Otranto»
di Elio PAIANO
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Mercoledì 16 Ottobre 2019, 06:46
Il porto di Otranto è una risorsa fondamentale del turismo pugliese e bisogna salvarlo. E il Salento e la Regione lanciano un sos al ministro Dario Franceschini: «Una soluzione per Otranto».
La riunione di un Tavolo Tecnico di ieri sul Turismo nautico nella nuova sede del Consiglio regionale con i sindaci delle città marinare del Salento e le associazioni di categoria, ha fatto, come primo atto, il punto sulla situazione più paradossale che vive la Regione sul tema: un porto finanziato, funzionante e finito che rischia di essere distrutto per sempre.

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La complessa vicenda burocratica che ha visto i pontili del porto di Otranto arrivare ad un punto di non ritorno ha suggerito una serie di riflessioni necessarie sulla questione dello smontaggio dei pontili galleggianti del Porto di Otranto. I pontili, dopo il parere del Consiglio dei Ministri contro la Conferenza di Servizi del Comune di Otranto devono infatti essere smontati e - di fatto - distrutti generando così un doppio danno: un danno ai cittadini che supera i due milioni di euro e un danno al turismo, distruggendo contestualmente anche un indotto altrettanto importante legato alla portualità.

La vicenda è stata al centro, ieri mattina, di un tavolo tecnico nella nuova sede del Consiglio regionale a Bari. Erano presenti l'assessore all'Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone, l'assessore all'Urbanistica, Assetto del Territorio e Paesaggio, Alfonsino Pisicchio, i consiglieri Sergio Blasi e Saverio Congedo, numerose associazioni di categoria (tra cui Confindustria, Federbalneari, Federlalberghi), oltre ai sindaci delle città marinare del Salento, in particolare il sindaco del Comune di Otranto, Pierpaolo Cariddi e il sindaco di Minervino di Lecce, Ettore Caroppo, in rappresentanza dei Comuni che hanno deliberato per il mantenimento dei pontili del porto turistico di Otranto.

La vicenda, è a dir poco emblematica. Il porto turistico di Otranto rappresenta una grande opportunità economica e turistica per tutto l'entroterra salentino, è stato assoggettato a vincolo archeologico e monumentale indiretto e sta affrontando una vera e propria emergenza: al 31 ottobre l'amministrazione dovrebbe smontare i pontili della nuova ala del porto per poi rimontarli dopo i sei mesi invernali; operazione, quella dello smontaggio, che durerebbe circa quattro mesi con un cantiere che creerebbe disagi e non consentirebbe l'attracco di imbarcazioni in transito e quindi la tanto inseguita destagionalizzazione.
Il costo dell'operazione decreterebbe poi l'impossibilità di rimontarli per sempre, distruggendo l'opera pubblica già creata.

A queste considerazioni, si somma l'esigenza strategica di mantenere il porto ad Otranto e - di conseguenza - il suo indotto anche per i Comuni dell'entroterra (da Uggiano la Chiesa a Minervino, a Giurdignano, Muro Leccese, Maglie ed un'altra decina di centri) che vedono crescere le loro presenze turistiche.
Di pari passo a questo processo, cresce la richiesta di portualità turistica perciò gli attori presenti alla riunione di ieri, insieme alla Provincia di Lecce ed alle associazioni di categoria, chiedono che la Regione si faccia promotrice di un incontro urgente con il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini per trovare una soluzione più logica alla paventata eliminazione dell'opera pubblica. In pratica, si chiede un riesame del progetto originale che prevedeva lo smontaggio stagionale dei pontili galleggianti poiché il costo ambientale ed economico di una tale prescrizione è abnorme.

Tuttavia, la volta scorsa, contro la decisione della Conferenza di servizi che aveva approvato il nuovo progetto si è appellata la Soprintendenza che ha ottenuto invece l'ok allo smontaggio dal Consiglio dei Ministri. Ora, si chiederà al Ministro di trovare una soluzione più logica per salvare l'opera.
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