«Stop ai mezzi pesanti e alle corse in moto, la Otranto-Leuca diventi strada-parco», il grido delle associazioni

La litoranea Otranto-Leuca
La litoranea Otranto-Leuca
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Giovedì 8 Giugno 2023, 13:40 - Ultimo aggiornamento: 20:34

Stop alle moto che sfrecciano sulla litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca, l'arteria diventi una "strada parco" da percorrere a passo dolce. L'appello è stato lanciato da una trentina di associazioni in un documento unitario sul progetto di massima predisposto dalla Provincia di Lecce, con cui sono stati intercettati finanziamenti di 22 milioni di euro del C.I.S. e sul parallelo progetto del Comune di Otranto. Il documento è stato inviato alla Provincia, al Parco Otranto-Leuca e ai sindaci interessati.

 

Le associazioni coinvolte 

Tra le associazioni e sigle che firmano l'appello ci sono la Ciclo Club Spongano, Legambiente Puglia, Federazione Ciclistica Italiana provincia di Lecce, Salento.bike, ASD MTB Tricase, Cammino del Salento ETS, ASD Cicloclub Nociglia, ASD Lupi del Salento, manumanuriforesta, Comitato SS275, Salento e-Cycling ASD, Asd DieNneAvventura, Associazione MTB Monteroni, Asd Oreca Trekking, Presente è futuro ODV, Fondazione Moschettini, Associazione Casa delle Comunità Ospitanti degli itinerari francigeni della Puglia meridionale, Casa delle AgriCulture Tullia e Gino ODV e Città Fertile. 

La "strada parco"

L'idea della "strada parco" ha radici nella pianificazione di area vasta della Provincia di Lecce, oltre che nel piano paesaggistico territoriale regionale e nel piano territoriale del "Parco regionale Otranto-Leuca".

Un'altra proposta era stata avanzata da Salento Bici Tour che la vorrebbe "autostrada delle biciclette", con limiti di velocità di 30 km/h. Non a caso la litoranea stessa è il tratto conclusivo della Ciclovia Adriatica, secondo il piano della mobilità ciclica della Regione Puglia. 

La proposta delle associazioni

«Di fatto questa strada litoranea, soprattutto per le sue peculiarità paesaggistiche e naturalistiche, è già oggi in molti tratti densa di pratiche d’uso con mobilità attiva: corsa, trekking, escursionismo, bici da strada, gravel, bici da off road e cicloturismo», dicono le associazioni, che concordano sul fatto che questa strada sia considerata un bene non intangibile e quindi "riprogettabile" per le esigenze contemporanee. Le associazioni, con la proposta della "strada parco", vorrebbero ridurre al minimo la presenza di infrastrutture e di elementi invasivi per esaltare gli ecosistemi presenti. 

La "strada parco", quindi, sarebbe ad uso ciclabile e pedonale. Non sarebbe comunque interdetta ai conducenti di auto, mezzi pubblici collettivi (come navette e bus) che la percorrerebbero in entrambe le direzioni, ma con un limite di velocità non superiore ai 40 km/h. Gli unici mezzi interdetti sarebbero i mezzi pesanti. Le associazioni hanno pensato anche all'introduzione delle stagioni cicloturistiche, primavere e autunni in cui alcuni tratti siano completamente interdetti alle auto ed estati in cui ci siano maggiori concessioni per le auto per accedere ai punti di interesse costiero.

Gli obiettivi delle associazioni

«La strada parco che immaginiamo - scrivono ancora le associazioni - è quella che tuteli sempre la vista mare, ampliando,se possibile, il numero di piazzole di sosta per ammirare il paesaggio, ed elimini qualsiasi detrattore paesaggistico, in cui sia limitata la segnaletica, non siano collocati cordoli (in quanto pericolosi) o altri manufatti e segni il passaggio solo sulle soglie di ingresso ai/dai centri abitati e non nella continuità del percorso». Una "strada parco", continuano nella nota, «in cui la sicurezza del pedone e del ciclista è affidata alla sua riconoscibilità, e cioè alla riconoscibilità delle soglie di ingresso/uscita lavorando sul manto stradale e introducendo elementi di radicale moderazione del traffico: cuscini berlinesi, attraversamenti pedonali rialzati, restringimenti di carreggiata con alberature e magari tratti con senso unico alternato, la videosorveglianza tutor, gli autovelox, la segnaletica ad hoc di ingresso».

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