Otranto, interrogatorio fiume in carcere per i fratelli Cariddi: ora la richiesta di domiciliari

Gli avvocati Viola Messa e Gianluca D'Oria all'ingresso del carcere
Gli avvocati Viola Messa e Gianluca D'Oria all'ingresso del carcere
di Roberta GRASSI
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 22:30

Punto su punto, hanno risposto a tutte le domande. Tre ore di interrogatorio a testa, per i fratelli Luciano Cariddi e Pierpaolo Cariddi, in carcere. I due, arrestati il 12 settembre scorso insieme ad altre 8 persone, finite ai domiciliari, hanno rotto il silenzio. E fornito la propria versione dei fatti: dai rapporti con la comandante della capitaneria Elena Manni, che secondo l'accusa sarebbe stata oggetto di pressioni per rimuovere il divieto di balneazione nell'area Twiga di Otranto, ai contatti con gli imprenditori. Dal consenso elettorale che sarebbe stato per l'accusa la contropartita di favori concessi in sede amministrativa, ai bandi per il mercato coperto e il dragaggio sul porto. «Nessuna pressione sulla comandante, se ha percepito così me ne scuso», avrebbe detto Cariddi al termine dell'interrogatorio. 

I fratelli Cariddi 

Luciano e Pierpaolo Cariddi sono entrambi ex sindaci di Otranto. Pierpaolo, l'ultimo sindaco eletto della città, si è dimesso ad alcuni giorni di distanza dall'arresto e la sua decisione è diventata irrevocabile il 13 ottobre scorso, quando la prefettura ha proceduto alla nomina del commissario prefettizio e delle due sub commissarie. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia, fissato subito dopo l'esecuzione della misura cautelare emessa dal gip Cinzia Vergine, su richiesta del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del pm Giorgia Villa, i due avevano scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, riservandosi - come poi hanno fatto - di chiedere interrogatorio ai pm.

La procura ha fornito l'assenso e ieri si è tenuta la lunga audizione che i due indagati hanno affrontato al fianco dei rispettivi legali: Gianluca D'Oria, Alessandro Dello Russo, Michele Laforgia e Viola Messa. 

Le difese chiederanno i domiciliari

Nelle prossime ore sarà formulata istanza di attenuazione della misura cautelare per chiedere che i due possano lasciare il carcere per i domiciliari. La procura dovrà fornire il proprio parere. La difesa farà certamente valere, in tema di esigenze cautelari, il fatto che nessuno dei due indagati ricopra più cariche politiche. E anche la sospensione decisa dall'Ordine degli Ingegneri per Cariddi, ma anche per Roberto Aloisio, Emanuele Maria Maggiulli e Marco Maggio. Sospensione collegata alla misura cautelare, che decorre quindi dal 12 settembre scorso, ma che comunque potrebbe sostenere la richiesta di alleggerire la misura detentiva sostituendola con un'altra meno afflittiva. In attesa di ulteriori sviluppi. 

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