Cimici nell'ufficio del sindaco, la scoperta: «Stanno qua dentro»

Cimici nell'ufficio del sindaco, la scoperta: «Stanno qua dentro»
di Roberta GRASSI
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Lunedì 12 Settembre 2022, 14:56 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:07

«Spegni le luci, se trovi una luce visibile ad occhio nudo, può avere una possibile fotocamera». È il 25 gennaio 2019 e secondo gli investigatori il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, ha scoperto l'esistenza delle microspie e ci sono due donne che con l'utilizzo di “un aggeggio” verificano la presenza di ulteriori cimici, telecamere o fotocamere.

La chiamata ai carabinieri

Ciò, sul piano delle esigenze cautelari, è ritenuto di particolare rilievo, a documentare «la spregiudicatezza e la pervicacia a delinquere». «Neppure la consapevolezza dell'esistenza della presente indagine – è specificato – derivante dal rinvenimento delle microspie installate, ha costituito una remora per gli indagati». La scoperta, secondo quanto ricostruito, viene fatta durante lavori di sostituzione delle lampade a led nell'ufficio del sindaco.Il sindaco, preoccupato, chiama il comandante della stazione dei carabinieri: «Io ho una relativa urgenza – spiega – legata al fatto che cambiando le luci della stanza mia, negli interruttori abbiamo trovato una telecamera».

E poi aggiunge: «Voglio denunciare questo fatto, non so da dove viene, da chi può venire. Siccome ci sono gli impiantisti che stanno cambiando e quindi in atto i lavori, io vorrei che voi prendete atto di queste situazioni».

La ricerca delle cimici

Nel pomeriggio il controllo: “Adesso provo – spiega una donna, impegnata nella ricerca – scansione infrarossi, poi c'è la scansione magnetica”. Si sente un bip: “«Stanno qua dentro! Le cimici». E poi ancora: “Mamma mi sta battendo il cuore”.Secondo gli inquirenti non vi sarebbero “perplessità” sulla casualità del ritrovamento. Cariddi, in precedenza, aveva invitato un interlocutore “a spostarsi dal suo studio professionale” andando in strada, quando “si apprestava ad affrontare un argomento evidentemente ritenuto delicato”. Ma la conclusione, che rafforza la convinzione che ci sia il pericolo di ripetere condotte simili è che anche da altri elementi ci fosse una sostanziale “certezza” dello svolgimento di indagini che “non ha costituito in alcun modo un deterrente per gli indagati”.

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