Alba dei popoli a rischio, l'appello di bar e ristoranti al commissario per salvare l'evento di fine anno

Alba dei popoli a rischio, l'appello di bar e ristoranti al commissario per salvare l'evento di fine anno
di Elio PAIANO
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Lunedì 21 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:26

Alba dei Popoli di Otranto potrebbe non avere la sua 24 edizione e la prospettiva allarma gli operatori. A lanciare l’appello sono stati per primi gli operatori dell’accoglienza, soprattutto le strutture molto avviate, che hanno richieste che partono da settembre. «Serve avere un’idea di base sulla questione» come ha spiegato Alessandro Zezza di Masseria Panareo, che rilancia: «Creiamo una delegazione di operatori turistici, con tutte le categorie, per parlare con il commissario prefettizio del Comune di Otranto, Vincenza Filippi». Adesso a scendere in campo, chiedendo un intervento del commissario,  sono bar, ristoranti  e gelaterie che tanto lavorano in occasione dell'evento dell'ultimo dell'anno, il Capodanno più atteso del Salento.

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Gli fa eco Franco Palumbo dell’Enoteca Vecchia Otranto, che è stato il primo ad aprire un ristorante nel centro storico della città, proprio a seguito del Laboratorio di Quartiere di Renzo Piano e dell’Unesco. «Manca solo un mese - dice Palumbo -. Dobbiamo pensare agli approvvigionamenti, ad allestire gli esercizi commerciali. A questo punto penso che una delegazione di rappresentati degli operatori turistici debba chiedere un appuntamento per parlare della situazione di Alba dei Popoli, facciamolo, anche per comprendere quali sono le sue intenzioni e quali sono le reali prospettive». 

L'idea: organizzare eventi fino alla Befana

In effetti, oltre a lanciare l’allarme, molti operatori pensano ad un ruolo attivo per contribuire a salvare la storica manifestazione. È il caso di Francesco Fisotti di Gelateria Cavour: «È vero che con la manifestazione potremmo anche pensare di aprire, ma potremmo anche pensare di fare di più. Io ho anche una casa di produzione “Quattro bambole records” potremmo anche dare una mano per animare, per coinvolgere anche gli artisti vicini all’etichetta.

Sarebbe un primo passo, certo, per le prossime edizioni bisognerebbe risvegliarla questa manifestazione, ma se ci coinvolgono siamo pronti, ad aiutare soprattutto per prevedere eventi nel Castello e negli altri beni culturali da Natale fino ad almeno alla Befana». 

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Anche lo Scalo 74, sul lungofiume resta aperto, ma chiede di sapere come si presenta la situazione. «Siamo e resteremo aperti - dice Marco Paiano di Scalo74 - Ma per prevedere di allestire magari anche animazioni collaterali, serate a tema, etc. dobbiamo avere notizie della manifestazione. Resta il fatto essenziale, però, che già sei mesi prima bisogna averla programmata in linea di massima. Se fosse avvenuto questo ora non staremmo qui a parlare della possibilità che non venga effettuata. Programmarla per tempo e rinnovarla è essenziale». 

«Con l'Alba dei popoli lavoriamo tutti»

Anche Giuliano Borgia del ristorante al Tartufo è sulla stessa linea. «Noi restiamo aperti perché siamo specializzati su di un settore specifico, facciamo parte di progetti speciali in tal senso. Ma anche noi dobbiamo avere notizie di Alba dei Popoli perché dobbiamo organizzarci. Personalmente, temo che non faranno nulla, proprio quest’anno che ne abbiamo più bisogno. Alba dei Popoli è diversa da tutte le altre manifestazioni: coinvolge tutto il comparto turistico dal piccolo esercizio alla grande struttura turistica. Il risultato è incredibile non solo dal punto di vista dell’immagine, con la Prima Alba d’Italia che ormai tutti conoscono, ma anche dal punto di vista commerciale. Prima della pandemia, nei giorni di Alba dei popoli noi abbiamo fatto l’incasso più alto di tutto l’anno, più alto di quello dei giorni di ferragosto». 

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Si comprende, quindi, non solo l’incertezza, non solo la possibilità che centinaia di addetti perdano giornate di lavoro in un periodo fuori stagione, ma anche l’esigenza di rilanciare un territorio che ha potenzialità enormi.

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