Passione morbosa per la vicina di casa, le ruba la biancheria intima: indagato per stalking, con divieto di avvicinarsi

Passione morbosa per la vicina di casa, le ruba la biancheria intima: indagato per stalking, con divieto di avvicinarsi
di Erasmo MARINAZZO
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Sabato 15 Maggio 2021, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 19:03

Turbato dalla biancheria intima della vicina e dalla vicina in particolare. Turbato al punto da rubarle sistematicamente gli slip stesi ad asciugare. Una ossessione, tanto da arrivare a dichiararsi con due frasi composte con le mollette del bucato. Nella prima si è mantenuto sul vago: ti voglio bene. Nella seconda è stato a dir poco fin troppo esplicito: ha usato un verbo derivato da uno strumento musicale a fiato per comunicarle di volere un rapporto sessuale. Ventisei anni, di un Comune a Sud di Gallipoli, questo ragazzo è stato colpito dal divieto di avvicinamento alla donna che abita a pochi passi dalla sua casa.
Quelle attenzioni che sembra avere percepito come goliardie sono diventate invece materia di un procedimento penale della Procura di Lecce che lo vede indagato per atti persecutori, conosciuti meglio come stalking. 

La donna costretta a tenere porte e finestre chiuse


Sì perché la vicina, una donna di 46 anni, è stata costretta a fare i conti con le sue manie da ottobre dell’anno scorso fino a qualche settimana fa. Fino a quando ha deciso di presentare una denuncia-querela che ha consentito di individuarlo e di notificargli il divieto di avvicinamento. Provvedimento che potrebbe essere inasprito se dovesse essere violato. Anche perché la vittima si è vista costretta a cambiare le abitudini di vita nel timore di trovarsi al cospetto dello spasimante con il testosterone fuori controllo: tenere porte e finestre sistematicamente chiuse, evitare di lasciare stessa la biancheria all’aperto, soprattutto quando in casa non c’era nessuno.

E farsi accompagnare da qualche persona fidata tutte le volte che usciva da casa.

L'inchiesta


L’inchiesta ha preso il via quando questa donna ha compreso che chi le stava rubando la biancheria intima non fosse un ladro comune, ma qualcuno che aveva associato quella biancheria intima alla sua sessualità. Il dubbio è stato sfatato dopo avere subito un danno economico di diverse decine di euro, quando un giorno ha notato con sorpresa e con inquietudine che la biancheria stesa sul retro della casa fosse stata spostata davanti all’ingresso. E che formasse un disegno strano, indecifrabile.
Ciò che poi le ha dato la conferma inequivocabile di essere perseguitata da uno spasimante con manie feticiste è stato il ritrovamento delle scritte con le mollette da bucato ed anche un disegno che riproduceva l’organo maschile.
Di questi episodi l’indagato è stato chiamato a rispondere nell’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, assistito dal suo legale di fiducia: non avrebbe trovato nulla di anomalo in quei comportamenti. Ed anche per questa dichiarazione di inconsapevolezza di avere messo a repentaglio il diritto alla serenità della vicina, il giudice ha applicato la misura.

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