Omicidio di via Montello, l'esperta Bruzzone: «In vent'anni di lavoro, mai visto un delitto pianificato con tanta precisione»

Omicidio di via Montello, l'esperta Bruzzone: «In vent'anni di lavoro, mai visto un delitto pianificato con tanta precisione»
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Martedì 1 Febbraio 2022, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 08:25

Processo sull'omicidio di via Montello del 21 settembre 2020 in cui furono ammazzati Daniele De Santis ed Eleonora Manta: gli avvocati difensori Andrea Starace e Giovanni Bellisario hanno annunciato che l'imputato Antonio De Marco rinuncia a sottoporsi all'interrogatorio previsto per oggi e rinuncia anche alla possibilità di farsi interrogare nelle prossime udienze.

In aula la criminologa Roberta Bruzzone, consulente nominata dal padre di Eleonora: «Mai spesa mezza parola per chiedere scusa, non un briciolo di pentimento. Ha scritto alla madre e alle amiche subito dopo il duplice omicidio per dare a sé stesso un'immagine di sé giustificata. In 20 anni di lavoro, mai visto un delitto pianificato con tanta precisione».

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Lo straziante intervento della mamma di Eleonora

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I fatti

Era il 21 settembre 2020 quando l’ex coinquilino Antonio De Marco, 22 anni, di Casarano, sorprese Daniele ed Eleonora durante la cena di inaugurazione della loro casa di Lecce, in via Montello, al 9. Con il viso coperto da una maschera fatta con una calza di nylon, con il bordo degli occhi e della bocca rimarcati con il pennarello, sferrò 79 coltellate per vendicare - questa la verità di De Marco nelle confessioni ai carabinieri, ai magistrati e nel diario fatto ritrovare nella stanza presa in affitto in città - la sua sofferenza per l’incapacità di intrattenere una relazione affettiva con una ragazza.

In pochi minuti De Marco, studente di Scienze infermieristiche, spazzò via la vita di Eleonora Manta, 30 anni, di Seclì, funzionaria della sede Inps di Brindisi dopo avere conseguito la laurea in Giurisprudenza.

E di Daniele De Santis, 36 anni, arbitro di calcio pronto al salto in serie B.

La perizia

Disturbo di personalità narcisistico sì. Nessuna patologia psichica che potrebbe avere condizionato Antonio De Marco quando la sera del 21 settembre dell’anno scorso ammazzò con 79 coltellate gli ex coinquilini Eleonora e Daniele.

Lo hanno ribadito tempo fa nel corso del processo i consulenti della Corte d’Assise di Lecce, il professore Andrea Balbi e lo psichiatra Massimo Marra, nelle 11 pagine di perizia sul quaderno fatto ritrovare dai difensori dell’imputato e sugli scritti recuperati nella cella del carcere.

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