«Non la picchiavo più da mesi, Sonia se l'è cercata»: davanti al giudice, le dichiarazioni choc dell'assassino. Il gip convalida il fermo

Un'immagine della tragedia
Un'immagine della tragedia
di Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Febbraio 2021, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 18:08

«Se l'era cercata». Il fine ultimo della ricostruzione fornita da Salvatore Carfora, 38 anni, di Torre Annunziata, nell'interrogatorio di convalida dell'arresto con l'accusa di avere ammazzato con almeno 25 coltellate  l'ex fidanzata Sonia Di Maggio, 28 anni, di Rimini, la sera di lunedì scorso a Specchia Gallone, frazione di Minervino.

Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Giulia Proto, nell'ordinanza di convalida del fermo dei poliziotti del Commissariato di Otranto e della Squadra mobile della Questura.

Carfora resta in carcere poiché - ha rilevato il giudice - potrebbe ammazzare ancora: “Due morti che camminano”, uno dei messaggi inviati a Francesco Damiano, di Minervino, nuovo compagno di Sonia. Nel corso dell'interrogatorio, che si è tenuto ieri, Carfora avrebbe riferito di essere andato in Salento per tentare di convincere la donna a riprendere la relazione, e dopo il suo rifiuto si sarebbe sfilato il coltello dalla cintola dei pantaloni colpendola. L'uomo ha sostenuto che l'arma l'aveva portata con sé per difendersi da un'eventuale reazione del nuovo fidanzato della 29enne, Francesco Damiano. Ricostruzione smentita, però, dai testimoni: lo stesso fidanzato di Sonia ed i due sottufficiali della Guardia di finanza che lo hanno visto scendere dal pullman partito da Lecce, per gettare a terra lo zaino e scagliarsi sulla ragazza sorprendendola alle spalle.

L'assassino di Sonia: «L'ho uccisa io». Era uscito dall'ospedale psichiatrico a giugno. Il compagno della donna: «L'ha presa dal collo e l'ha colpita»

«Se l'era cercata» perché Carfora ritiene che di Sonia potesse disporre a suo piacimento, al di là di qualsiasi obbligo di rispetto delle scelte e della libertà della persona. «Appare oltremodo sconvolgente la lucida freddezza del fermato che, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ha raccontato gli eventi senza scomporsi», scrive il giudice nell'ordinanza. «Senza un'emozione, senza un minimo di repisiscenza. Le sue parole avevano come fine ultimo quello di evidenziare che Sonia “se l'era cercata”: era inaccettabile che fino al 27 dicembre erano stati insieme e che già due giorni dopo avesse un nuovo compagno, conosciuto all'insaputa sui social. Era inaccettabile che la donna non volesse stare più con lui, nonostante negli ultimi due mesi non l'avesse più percossa. Ed era normale per lui pretendere che la sua compagna non lavorasse perché, essendo una bella ragazza, gli uomini la guardavano. Sonia non doveva lavorare e non doveva uscire senza di lui, ma soprattutto non doveva permettersi di rifarsi una vita con un altro uomo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA