Sessanta coltellate per uccidere Eleonora e Daniele. Ulteriori accertamenti: rinviati i funerali. Il killer ripreso a volto scoperto

Sessanta coltellate per uccidere Eleonora e Daniele. Ulteriori accertamenti: rinviati i funerali. Il killer ripreso a volto scoperto
di Valeria BLANCO
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Giovedì 24 Settembre 2020, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 18:32

Oltre trenta coltellate per uccidere Eleonora, in tutto 35. Di meno per Daniele, 25. Sessanta fendenti per un duplice omicidio. Sono le prime indiscrezioni che filtrano dall'autopsia, terminata da poco. Un particolare che gli inquirenti stanno valutando per individuare il movente del terribile duplice delitto. Per ora la pista del delitto passionale sembra quella privilegiata. Le salme die due giovani per ora restano a disposizione della magistratura. Al momento impossibile stabilire la data dei funerali. 

Per un momento è sembrato che si fosse arrivati alla svolta. La chiave? Quel nome, Andrea, urlato da Eleonora mentre veniva accoltellata a morte. Per tutta la giornata di ieri si sono rincorse più voci, anche quella di un Andrea di Aradeo sospettato e sotto torchio in Procura. Ma gli inquirenti hanno smentito quella che si stava annunciando come la svolta decisiva nelle indagini. La caccia al killer dell'arbitro 33enne Daniele De Santis e della sua compagna, la trentenne Eleonora Manta, originaria di Seclì, continua.
Il fatto che alcuni testimoni residenti nel condominio di via Montello abbiano sentito la povera Eleonora gridare «Andrea, basta...» ha fatto intanto scattare una vera e propria psicosi. Il nome dell'omicida? O quello di un vicino a cui Eleonora si rivolgeva per chiedere aiuto? Nel palazzo, effettivamente, c'è un caro amico di Daniele che si chiama proprio così.

Non è un buon momento per chiamarsi Andrea tra Lecce e provincia: sulle chat rimbalzano di cellulare in cellulare foto e profili Facebook di quelli che sono indicati come il probabile assassino. La loro unica colpa? Quella di chiamarsi Andrea, appunto. Tant'è che nel pomeriggio di ieri si era diffusa la voce che la procura stesse ascoltando una persona di Aradeo ed è scattata una caccia all'uomo. Invece, l'unico Andrea realmente ascoltato dagli inquirenti, la sera stessa dell'omicidio, è un caro amico dell'arbitro. L'ultima telefonata Daniele l'aveva fatta proprio a lui ed è per questo - oltre che per la coincidenza di quel nome - che i carabinieri hanno voluto ascoltarlo, lasciandolo poi andare subito dopo. Un altro Andrea, amico di Daniele e arbitro anche lui, affida a Facebook il suo dolore: «È morta una parte di me per sempre. Forse un giorno riuscirò a scrivere due righe senza di te, su di te. Ora riesco a scrivere solo Grazie».

Ad Aradeo, intanto, molti curiosi si sono affacciati nell'esercizio commerciale di quello che da più parti - comprese alcune trasmissioni televisive nazionali - veniva indicato come la persona ascoltata in procura. Voci sempre più insistenti, tanto che qualche vicino di casa ha persino bussato alla porta di casa dei genitori per chiedere conto di quanto stava accadendo. Lui, Andrea, si è sentito minacciato, forse ha temuto il linciaggio. Così ha chiamato due amici avvocati, Davide Spiri e Roberto Tarantino, chiedendo cosa potesse fare per tutelarsi e soprattutto per tutelare i familiari. Pare infatti che la madre, alla notizia rivelatasi poi infondata sul coinvolgimento del figlio nell'omicidio, abbia persino accusato una crisi d'ansia. «Domani acquisiremo i filmati delle trasmissioni che hanno indicato il mio cliente come persona ascoltata in procura - conferma l'avvocato Davide Spiri - e valuteremo se ci sono gli estremi per procedere con una querela. Siamo coscienti che in questa immane tragedia l'episodio può essere di importanza minore, ma bisogna tutelare anche l'immagine di chi nella vicenda non c'entra nulla».

Intanto le indagini proseguono in tutte le direzioni. La pista dovrebbe essere quella passionale, visto l'accanimento dell'omicida nei confronti dei due corpi. L'ipotesi è che chi ha colpito non solo conoscesse la coppia, che infatti potrebbe avergli persino aperto la porta di casa, ma che fosse arrivato preparato: cappuccio nero calato in testa, guanti e uno zainetto giallo o comunque di colore chiaro con dentro un coltellaccio. L'arma non è stata ancora ritrovata, cosa che potrebbe segnare davvero la svolta in questo giallo.

I carabinieri del comando provinciale di Lecce stanno concentrando tutte le loro forze per chiudere il cerchio ed arrivare all’identità del killer. Vista la conformazione del condominio - dotato di un cancello esterno, il portone della palazzina e poi la porta di casa - appare probabile che siano stati proprio Daniele ed Eleonora ad aprire all’assassino, cosa che avvalora l’ipotesi che lo conoscessero. Forse lo avrebbero fatto entrare in casa.

Dall’accanimento con cui il killer ha infierito sui corpi, si potrebbe supporre un profondo risentimento. E poi ancora: indossava dei guanti per non lasciare impronte e forse un cappuccio tirato sulla testa, cosa che farebbe propendere per la premeditazione. Fin qui le ipotesi. Per suffragarle con i fatti, sono stati sequestrati telefonini e pc dei due ragazzi, passate al setaccio le telecamere, ascoltati i testimoni. Qualcuno avrebbe visto un uomo vestito di nero, con il volto coperto e con i guanti, andare via a piedi. Sulle spalle aveva uno zaino giallo, o comunque di colore chiaro.

Sembrerebbe la stessa persona che le immagini di alcune videocamere di sorveglianza poste in una strada adiacente a via Montello hanno ripreso mentre si avvicinava a piedi al civico 2.

Il suo volto qui è scoperto, ma la qualità delle immagini non sarebbe tale da renderlo riconoscibile. Però è già qualcosa. Un punto da cui partire per acquisire nuove immagini, questa volta “esplorando” un perimetro più ampio della zona, magari nella speranza che l’uomo sia arrivato in macchina, che abbia parcheggiato da qualche parte e che dal modello - o con un po’ di fortuna dalla targa del veicolo - si riesca poi a risalire alla sua identità. E poi c’è un altro elemento inquietante, su cui si stanno concentrando in queste ore gli investigatori: per terra, nel cortile, sarebbero stati trovati dei biglietti sporchi di sangue. Sopra, delle scritte a penna che potrebbero essere state impresse proprio dall’assassino. Forse un messaggio per Daniele ed Eleonora, forse qualche corrispondenza personale persa nella concitazione della fuga. Al momento, sul contenuto di questi biglietti c’è il massimo riserbo, ma potrebbe essere proprio il loro contenuto a guidare gli investigatori verso la cattura dell’omicida.

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