L'uccisione di Eleonora e Daniele: gli avvocati dello studente assassino chiedono il rito abbreviato. La mossa tra la riforma della legge e la previsione dell'ergastolo

Antonio De Marco, l'assassino reo confesso
Antonio De Marco, l'assassino reo confesso
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Lunedì 11 Gennaio 2021, 19:30

I legali difensori di Antonio De Marco, lo studente 21enne reo confesso dell'omicidio dell'arbitro leccese Daniele De Santis e della sua fidanzata, Eleonora Manta, hanno depositato questa mattina al gip del Tribunale di Lecce Michele Toriello una richiesta di processo con rito abbreviato per il loro assistito. «In realtà - come spiega l'avvocato difensore Andrea Starace - in base alla riforma del 2019 e al recente pronunciamento della Corte Costituzionale che nei mesi scorsi ha rigettato il ricorso presentato dai Tribunali di La Spezia, Piacenza e Napoli sull'inapplicabilità del giudizio abbreviato per i reati punibili con l'ergastolo, si tratta di un atto meramente formale, ma che ci permetterà tuttavia di essere pronti qualora nel frattempo dovesse cambiare la norma di legge sull'inapplicabilità dell'abbreviato e qualora durante il processo, al via il prossimo 18 febbraio, dovessero cadere le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e dell'aver agito con crudeltà, contestate dalla Procura di Lecce». 

La mossa dei difensori (con Starace anche l'avvocato Giovanni Bellisario) avviene pur al cospetto della sentenza del 18 novembre scorso della Corte Costituzionale che ha ritenuto non fondate le questioni di legittimità sollevate dai Tribunali di La Spezia, Napoli e Piacenza sull’inapplicabilità del giudizio abbreviato ai reati punibili con la pena dell’ergastolo, come stabilito dalla legge del 12 aprile dell’anno scorso.

Il processo del 18 febbrario è stato disposto dopo che lo stesso giudice ha accolto la richiesta di  giudizio immediato presentata dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Consolata Moschettini.

Le carte dell’inchiesta dicono tutto sul rischio dell'ergastolo. De Marco risponde di duplice omicidio con “condotta eccedente rispetto alla normalità causale, che determina sofferenze aggiuntive ed esprime un atteggiamento interiore specialmente riprovevole”. Aggravato dalla premeditazione: nel capo di imputazione viene indicata la data del 7 agosto, quella cioè riportata nel manoscritto fatto ritrovare nella stanza presa in affitto nella casa di via Fleming. In quella data De Marco scrisse esplicitamente di volere ammazzare Daniele De Santis: meglio una donna, l’inciso, comunque un buon inizio, le sue parole. Ed ancora, è contestata anche la crudeltà verso le vittime sia per il numero delle coltellate, per l’ampiezza e la profondità delle ferite ma anche per il proposito di volerle legare con le fascette da elettricista e torturarle per 10-15 minuti.

Nessun dubbio sull’autore: De Marco ha confessato la sera del fermo e poi nell’interrogatorio di convalida del 1° ottobre. 

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