Legarli con fascette, torturarli, ucciderli e lasciare una scritta sul muro: il piano dell'assassino

Legarli con fascette, torturarli, ucciderli e lasciare una scritta sul muro: il piano dell'assassino
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Lunedì 28 Settembre 2020, 23:43 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 09:05
«Ha frequentato le lezioni normalmente, anche in questi giorni e nessuno avrebbe mai pensato che potesse commettere una azione del genere» raccontano, increduli, alcuni compagni di corso di Antonio De Marco, arrestato oggi come presunto killer di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, uccisi lunedì 21 settembre nella abitazione di via Montello, a Lecce, nella quale proprio quel giorno erano andati a vivere insieme. «Una persona che fa una cosa del genere...con quale coraggio, siamo senza parole. Questo mi lascia sconvolta - aggiungono alcuni compagni di corso - la normalità con cui ha condotto la sua vita dopo aver ucciso due persone. E' venuto in ospedale, a contatto con i malati, è assurdo».



Ancora oscuro il movente che ha armato la mano di questo giovanissimo studente di Scienze infermieristiche, di Casarano. Ma il quadro consegnato dalla Procura e dagli investigatori alla stampa, nella conferenza tenutasi questa sera presso il comando provinciale dei carabinieri, è inquientante: De Marco, infatti, sarebbe stato trovato in possesso di fascette da elettricista con le quali - secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe inteso legare i cadaveri in una «rappresentazione, indirizzata anche alla collettività» per dirlo con le parole del procuratore capo De Castris. 

Antonio De Marco ha abitato con la coppia fino ad agosto e lunedì, quando è arrivato in via Montello, aveva con sé un canovaccio, un biglietto con scritto tutto ciò che avrebbe fatto con Daniele ed Eleonora e il timing da rispettare, i minuti da dedicare a ogni, crudele azione criminale: l'intenzione era quella di legarli con delle fascette da elettricista, di infierire su di loro, torturandoli, infine ucciderli e poi ripulire tutto, lasciando solo una enorme scritta su uno dei muri della casa. Nello zaino, infatti, aveva con sé i solventi necessari per rimettere in ordine quell'appartamento dove aveva abitato e all'interno del quale ha piantato il primo seme di questa azione feroce e terribile, che ha scosso un intero Paese. 
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