Olanda-Salento, l'asse della droga. Dieci anni di silenzio e poi il ritorno: ecco chi è “mister Cocaina”

Olanda-Salento, l'asse della droga. Dieci anni di silenzio e poi il ritorno: ecco chi è “mister Cocaina”
di Paola ANCORA
3 Minuti di Lettura
Martedì 2 Febbraio 2021, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 17:48

Un sodalizio criminale per trasportare ingenti quantitativi di cocaina dal Brasile all'Olanda e da Amsterdam al Salento e alla Puglia. In cima, al timone c'era Aldo Giannotta, un nome venuto dal passato, dalla storia del crimine organizzato, della Sacra Corona Unita e finito nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Cinzia Vergine: è sua, infatti, la regia delll'organizzazione criminale sgominata dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce e dalla Dia nell'operazione Skipper scattata all'alba di oggi.

Bisogna riavvolgere il nastro, tornare agli anni del boss Filippo Cerfeda per rimettersi sulle tracce di Giannotta e capire quale business criminale - sempre secondo Polizia e Procura - abbia messo in piedi nel corso di questi anni. 

Operazione Skipper: 26 arresti e sequestri per 4 milioni per droga

In Olanda, infatti, Cerfeda trascorse la sua latitanza, fra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, senza tuttavia riuscire a frenare la sua indole sanguinaria: nel Paese dei tulipani, infatti, uccise a colpi di pistola due cittadini di nazionalità slava -  Predag Saku e Djorgje Simunovic, 33 e 44 anni - e ne ferì gravemente un altro, Bozidar Savic, 27 anni, per conquistarsi i favori di una organizzazione locale che avrebbe potuto fornirgli la droga da inviare nel Salento. Cerfeda fu anche il mandante dell'uccisione di due corrieri brasiliani, Roberto De La Garrido e di Josè Paulo Davi, 53 e 54 anni, i cui cadaveri furono ritrovati in un terrapieno di una autostrada olandese. Cerfeda, secondo l'accusa, non volle pagare il corrispettivo della droga consegnata dai due. Proprio per quest'ultimo fatto di sangue, finì sotto processo Aldo Giannotta, originario di Acquarica del Capo, condannato in primo grado all'ergastolo e poi assolto in Appello.

I giudici della Corte suprema di Arnhem cercarono riscontri a quei fatti di sangue anche in Italia nel 2007, nei tre giorni durante i quali il processo si trasferì nell'aula bunker del carcere di Borgo San Nicola a Lecce, davanti all'allora giudice delle indagini preliminari Ercole Aprile.

A distanza di anni, Giannotta ricompare sulla scena con l'operazione Skipper: lo stesso percorso della droga, lo stesso traffico dall'Olanda al Salento (nell'ambito del quale maturò l'omicidio del boss di Cavallino Giuseppe Lezzi nei primi anni Duemila), ma una squadra diversa, più giovane, con le radici ben piantate nel Basso Salento, fra Acquarica, Racale, Scorrano. In manette, infatti, è finito anche il boss Giuseppe Amato, detto "Padreterno". E Pierpaolo Pizzolante, ritenuto braccio destro di Giannotta, coordinatore della rete di spaccio: si occupava - secondo l'accusa - di dirigere le importazioni dall’Olanda e della successiva distribuzione del
narcotico sul territorio salentino. In carcere anche Giovanni Rizzo, 53enne di Taviano: lo stesso uomo che tre anni fa fu bloccato mentre era a bordo della sua Mercedes.

Trasportava un carico speciale: 4,5 chili di cocaina nascosti nella tappezzeria dell'auto, insieme a cinquemila euro in contanti. Era lui, secondo le risultanze investigative, ad acquisire la droga da Giannotta e distribuirla nella provincia salentina.

L'organizzazione criminale poteva fare affidamento su Luigi Basilicata, napoletano e dipendente di una ditta di autotrasporti con sede a Villa Literno, nel casertano: insieme ad altri due indagati, anch'essi dipendenti dell'azienda, caricava sui tir droga e armi e li trasportava da Amsterdam fino al luogo di stoccaggio napoletano, e da qui, nel territorio salentino, curandosi inoltre, di trasferire poi il denaro dalla provincia leccese all'Olanda. Un via vai intercettato e interrotto dalla Polizia. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA