Mazzette e protesi alla Asl, altri due arresti: ora sono quattro. La compravendita di favori anche con mascherine a peso d'oro

Mazzette e protesi alla Asl, altri due arresti: ora sono quattro. La compravendita di favori anche con mascherine a peso d'oro
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Venerdì 12 Giugno 2020, 20:14 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 16:44

L'imprenditore Pietro Bonetti e la rappresentante di protesi Monica Franchini, 71 e 49 anni, di lecce, sono finiti agli arresti domiciliari nell’operazione denominata Buste Pulite della Procura e della Guardia di finanza. Le misure sono state eseguite questo pomeriggio, dopo la convalida degli arresti in flagranza di lunedì della funzionaria Asl Carmen Genovasi, 46 anni, di San Pietro in Lama e del rappresentante  Giuseppe Bruno, 47 anni, di Galatina. Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione e falso ideologico continuato in atto pubblico.

Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce, nascono dalla segnalazione della Asl di una significativa e repentina crescita del volume d’affari di diverse società salentine operanti nel settore della fornitura di apparecchiature elettromedicali.

Le attività investigative hanno così permesso di portare alla luce un elaborato sistema illecito votato alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, in particolare in danno dell’Asl di Lecce, grazie ad un consolidato rapporto corruttivo tra un funzionario dell’ente, la Genovasi, un altro dipendente  ed alcuni imprenditori attivi nel settore del commercio di ausili protesici, sanitari, ortopedici ed audiometrici.

Lunedì i due arresti in flagranza  nello  scambio di una busta contenete 850 euro di denaro contante e due prescrizioni per protesi; altro denaro contante in blocchetti da 50 euro è stato trovato nel corso delle perquisizioni sia presso la Asl che presso le abitazioni degli arrestati.

L’accordo corruttivo tra i dipendenti pubblici e diversi imprenditori, tra i quali quelli coinvolti nell’odierna operazione, prevedeva l’assegnazione diretta delle pratiche di fornitura di ausili medici agli operatori economici, di fatto ignorando il diritto di scelta del paziente, garantendo così non solo ad alcuni imprenditori un illecito vantaggio patrimoniale in danno dell’ente di appartenenza, spesso costretto a fornire ausili sanitari protesici o elettromedicali pagandoli più del dovuto, ovvero a fornire ausili non realmente adeguati alle necessità del paziente, ma anche azzerando la concorrenza di altri imprenditori esclusi dall’accordo illecito.

In un caso, gli indagati hanno finanche tentato di fornire una carrozzina indicata per attività agonistica (più costosa) ad una paziente allettato di 91 anni d’età.


Oltre al denaro contante i finanzieri hanno documentato numerose altre utilità scambiate al fine di ottenere le pratiche di assegnazione delle pubbliche forniture tra cui la falsa assunzione del marito della funzionaria da parte di un imprenditore, poco tempo dopo licenziato per ottenere il beneficio dell’“indennità di disoccupazione”, elettrodomestici, generi alimentari nonché i Dpi (dispositivi di protezione individuale), difficilmente reperibili e venduti a peso d’oro durante il blocco totale del Paese dovuto all’emergenza epidemiologica.

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