Costretta dal padre musulmano ad indossare abiti coprenti e rispettosi della religione musulmana, a cui si aggiungeva anche il divieto di incontrare amichetti e compagni di scuola di sesso maschile. Episodi ripresentatisi in diverse circostanze, che avrebbero gettato nella paura e in uno stato di forte depressione una ragazzina di 12 anni, convincendo così la madre a denunciare i fatti alle forze dell’Ordine.
La denuncia
La dettagliata denuncia è stata messa nero su bianco dinanzi ai carabinieri della stazione di Nardò.
I divieti
Ed ancora, secondo la ricostruzione degli inquirenti, la ragazzina non poteva uscire di casa da sola, non le era consentito indossare abiti succinti perché il genitore andava su tutte le furie se le vedeva addosso un top o vestiva un paio di jeans strappati e non le era permesso neppure incontrare persone di sesso maschile. Un incubo consumatosi tra la città neretina e i comuni dell’hinterland, di cui la ragazzina non riusciva a liberarsi nonostante il supporto della madre.
Inoltre dopo il divorzio, l’uomo si presentava sotto casa della ex moglie, sembra in preda ad alterazione da alcool rimproverando la donna di consentire alla figlia di vestirsi in modo “troppo occidentale”. Atteggiamenti divenuti sempre più frequenti e aggressivi tanto da non essere più accettati dalla ragazzina e della madre, che ha deciso così di rivolgersi ai carabinieri, facendo scattare l’inchiesta.
Il Tribunale per i Minori intanto si è attivato spiccando nei confronti del padre un divieto di avvicinamento alle due donne, in particolare l’uomo dovrà stare distante dalla figlia e dai luoghi da lei frequentati per un raggio di 500 metri.