Il questore: «Non demonizziamo il divertimento»

Il questore: «Non demonizziamo il divertimento»
4 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Agosto 2019, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 12:58
Non c'è la volontà di demonizzare la movida e i locali che la animano, piuttosto quella di rendere il divertimento nel Salento più sano e più sicuro. Lo ha precisato subito, il questore Andrea Valentino, nel presentare l'operazione che ha permesso ai suoi agenti di arrestare 13 persone, responsabili di spacciare polvere bianca ai ragazzi, turisti e salentini, che affollano le notti sul litorale e nel centro storico del capoluogo. È un dato di fatto, poi, che i giovani si concentrino nei luoghi di aggregazione come le piazzette piene di musica e pub, oppure nei locali e nelle discoteche con musica dal vivo o grandi dj. Ed è qui che si sono concentrate le indagini. Alla fine ci vanno di mezzo anche gli imprenditori, sui quali ora pende la spada di Damocle della sospensione della licenza. Proprio in queste ore il questore sta valutando se e in che misura disporre i provvedimenti che potrebbero far chiudere battenti, per alcuni giorni o per alcune settimane, ai locali all'interno dei quali è stato documentato lo spaccio. E qualche stop potrebbe arrivare già nelle prossime ore.
Questore Valentino, ancora una volta in questa estate si verificano episodi di malamovida all'interno o nei pressi dei locali.
«Specifico subito che questa non è un'operazione di polizia contro i locali: non è nostra intenzione demonizzare il divertimento in una provincia che vive di turismo. Si tratta di un'operazione di polizia giudiziaria rivolta contro lo spaccio di stupefacenti e spesso, purtroppo, lo spaccio si concentra dove è massima la presenza di giovani, quindi può avvenire nei pressi o addirittura all'interno delle discoteche. La nostra, però, è un'operazione volta a tutelare i nostri ragazzi contro chi attenta alla loro salute, un'azione di prevenzione che si associa a quelle fatte dalla Polizia Stradale per prevenire l'abuso di alcol. In questo caso, trattandosi di spaccio, sono scattati anche gli arresti».
Alcuni episodi di spaccio sono stati documentati persino nel cuore del centro storico di Lecce. La città è sicura di notte?
«In questo momento Santa Chiara è uno dei luoghi principali della movida leccese e noi puntiamo ad avere un divertimento che non porti a eccessi. Non mi riferisco solo allo spaccio, ma anche alla regolarità dei locali, tutti sottoposti a controlli negli ultimi mesi. In piazzetta abbiamo stroncato in passato il fenomeno dell'accensione dei fuochi pirotecnici, cosa estremamente pericolosa in una zona così affollata in determinati orari. Ora con questa operazione abbiamo allontanato anche gli spacciatori».
L'operazione, durata circa un mese, ha portato ai risultati sperati?
«Questa operazione ha un'importanza notevole per le modalità in cui si è svolta: è infatti una sorta di esperimento che potrebbe essere applicato anche altrove in Italia. Ha previsto l'uso di tecnologie moderne, videocamere e agenti sotto copertura, tutto reso possibile grazie alla collaborazione della Scientifica e al supporto, in termini di uomini di rinforzo, che è arrivato da parte del Servizio centrale operativo. Siamo arrivati agli arresti in modalità ritardata, cosa che ci permesso di operare in tranquillità, ma soprattutto senza turbare l'ordine e la sicurezza pubblica. E non ci fermiamo ai 13 arresti».
L'indagine potrebbe avere un seguito?
«Stiamo approfondendo una serie di questioni emerse durante le indagini, non escludo che da questi arresti possano scaturire in futuro ulteriori sviluppi».
Gli spacciatori risultano essere legati agli storici clan della malavita salentina?
«Dobbiamo approfondire anche questo aspetto, ma di sicuro alcuni degli arrestati sono legati ad esponenti di noti clan della provincia».
Quindici uomini e tante risorse impiegate giorno e notte, tra centro storico e litorale: è stata un'operazione tecnicamente complessa?
«L'attività ha richiesto notevoli sacrifici, soprattutto agli agenti della Squadra Mobile, che ringrazio. In questo periodo caldo hanno dovuto operare su più fronti, ma non si sono tirati indietro su questo tipo di attività che, per sua natura, deve svolgersi prevalentemente in orari notturni. Ringrazio la Scientifica per il supporto tecnico e le riprese e il dipartimento per il notevole contributo di uomini».
Ancora una volta, nell'occhio del ciclone finiscono locali e discoteche.
«Rispetto ai locali coinvolti verrà effettuata un'attività di accertamento per verificare se e in che termini applicare l'articolo 100 del Tulps, ma al momento non ci sono locali sottoposti a chiusura».
Si rischia anche la revoca della licenza?
«Se si tratta di un singolo episodio, valuteremo una sospensione. Solo in casi molto gravi, o di recidiva, si può pensare di arrivare alla revoca».
© RIPRODUZIONE RISERVATA