«Noemi ha protetto Stefania: con lei vivrà anche nostra figlia»

«Noemi ha protetto Stefania: con lei vivrà anche nostra figlia»
di Anna Manuela VINCENTI
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Martedì 4 Settembre 2018, 14:41 - Ultimo aggiornamento: 14:43
«Noemi ha protetto Stefania. Ha avuto sette coltellate dal fidanzato la ragazza, ma vivrà. Nonostante sia grave, l'angelo di Noemi ha bloccato la cattiveria del fidanzato, affinché possa continuare a vivere anche per mia figlia».
A parlare la mamma di Noemi Durini, la ragazza di Specchia di 15 anni uccisa dal fidanzatino, allora 17enne, il 3 settembre dello scorso anno, con una coltellata alla nuca e poi seppellita, dallo stesso che doveva amarla, sotto un cumulo di pietre quando era ancora viva.
Una strana coincidenza quella della ragazza che la scorsa notte è stata accoltellata a dal fidanzato geloso a Morciano di Leuca, solo a pochi km da dove abitava la 15enne, esattamente ad un anno dall'uccisione di Noemi.
«Ci piace pensare che sia così - ripete papà Umberto -, sicuramente il mio angelo ha protetto la vita di questa giovane. Questa terra non può piangere ancora la fine di un'altra vita, per mano di uomini deboli che non accettano la fine di una storia e che cercano di imporre con la forza la loro presenza».
Ieri sera, in occasione del primo anniversario della morte di Noemi, alle 18.30 vicino alla tomba si sono raccolti per un momento di silenzio il parroco don Antonio De Giorgi, mamma Imma, papà Umberto, la sorella Benedetta, i parenti, gli amici e tutta la comunità.
Un'immagine che faceva pensare ad un nuovo funerale, tutti hanno voluto salutare ancora una volta questa giovane vita tragicamente stroncata. Coloro che conoscevano Noemi si sono radunati ed in fila si sono avvicinati a salutare questo angelo che veglia su di loro. Tutti si sono fermati ad abbracciare mamma Mimma con gli occhi gonfi di lacrime e provata dal dolore, ma nonostante tutto in alcuni casi era lei che sosteneva gli altri. In prima fila i compagni di scuola e gli amici tutti con gli occhi rossi e lo sguardo rivolto verso quell'angelo scolpito in pietra leccese al centro del Cimitero. Stesi accanto alla tomba di Noemi anche due cani, accucciati, in silenzio come se fossero consapevoli del dolore che li circondava, anche le due bestie si sono sdraiate accanto a lei che gli aveva sempre amati.
Alle 19 si sono spostati tutti nello spiazzo adiacente alla Cappella della Madonna del Passo, come di consueto, in questo periodo, per la novena della Vergine che verrà celebrata il prossimo fine settimana e per la messa in suffragio della povera Noemi.
«Nessuno di noi dice don Antonio De Giorgi- può dimenticare cosa accadde un anno fa come oggi e la tragedia che si è consumata per mano violenta e per la malvagità umana. Una ferita inguaribile e nessuno di noi può dimenticare il dolore per l'assenza di Noemi, una mancanza fisica, ma non spirituale. Perché io la sento che è accanto a me, come dice mamma Imma».
«Un anno continua - è passato senza di lei, la madre non può sentire il calore per la presenza della figlia, ma il dolore della mamma, del padre e della sorella Benedetta è ancora vivo, la fede aiuta ad affrontare con forza ed energia questa sofferenza. Nel cuore oltre al dolore c'è il desiderio di avere giustizia per lei e per tutte le donne che sono state strappate con violenza ai propri cari. Giustizia la chiede anche il Vangelo, nessuna misericordia può esserci senza giustizia. Giustizia ripete - e misericordia vanno di pari passo. Giustizia per Noemi gridano mamma Imma, papà Umberto e la sorella Benedetta. Perché continua il parroco - il pensiero di aver ottenuto giustizia dà un senso di rassegnazione, il perdono viene dopo».
«Nessun perdono - dice mamma Imma -. Non posso perdonare chi ha tolto la vita a mia figlia prima e a me dopo».
Anche per papà Umberto è così: «Non posso perdonare chi ha strappato la vita in modo così brutale alla mia bambina. Solo pochi giorni prima della tragedia ricorda - l'ho accolto in casa come un figlio: ho sbagliato tutto - si rimprovera, ancora dopo un anno il padre -. Forse avrei dovuto accorgermi subito ed allontanarlo». Non si dà pace e aspetta la fine del processo e delle indagini.
«Ieri - conclude don Antonio - un'altra ragazza è stata accoltellata e ci sono state 11 denunce di violenza in sette mesi, un fatto inaccettabile in un paese civile. Occorre che tutte le istituzioni, le associazioni e le famiglie si alleino per cercare di arginare ed affrontare il problema in modo educativo. Gli adolescenti devono imparare il rispetto per l'altro, bisogna insegnare valori e principi che portino al rispetto delle persone e del diverso».
Alla fine della celebrazione due palloni colorati con la foto di Noemi sono stati fatti volare in cielo dalla cugina Dalila e dalla migliore amica di Noemi, Desirè: uno ha spiccato il volo raggiungendo il cielo stellato ed uno è rimasto bloccato ad un filo. Perché - ha concluso don Antonio - «Noemi vuole rimanere con noi sulla terra».
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