Noemi scomparsa da dieci giorni: s’indaga per sequestro di persona

Noemi scomparsa da dieci giorni: s’indaga per sequestro di persona
di Erasmo MARINAZZO
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Domenica 10 Settembre 2017, 21:35 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 19:11

S’indaga sul peggio. Sull’ipotesi di sequestro di persona. Passano le ore e si allontana sempre di più la possibilità che Noemi Durini si sia allontanata spontaneamente dalla sua casa di Specchia. Anche perché non si riesce a spiegare come una ragazza di 16 anni avrebbe potuto nascondersi per dieci giorni di seguito senza lasciare uno straccio di traccia. E, soprattutto, procurarsi da mangiare e da dormire senza che nessuno riconosca il suo volto che oramai spopola da più giorni sui social e sui giornali.
Le ultime ore di cui ha lasciato tracce nelle testimonianze e nelle chat, le ha trascorse con il fidanzato: sono usciti insieme sabato sera, lui l’ha riaccompagnata e poi si sono mantenuti in contatti scambiandosi messaggi. Messaggi che, però, non avrebbero fornito indizi utili agli investigatori.
Sequestro di persona anche perché non manca nulla dalla camera di Noemi: dal telefonino cellulare all’abbigliamento, fino agli effetti personali. Come, se insomma, qualcuno - qualche conoscente di cui si fidava - l’abbia convinta a scendere per strada in piena notte. Magari chiedendole di incontralo solo per attimo: altrimenti Noemi non avrebbe lasciato l’inseparabile smartphone. E, probabilmente, non si sarebbe fatta convincere da un estraneo a raggiungerlo sotto casa.
Il risultato è che in quello che è considerato il placido Basso Salento (la zona della provincia di Lecce con il tasso più basso di reati) stanno confluendo le forze dell’ordine specializzate nelle indagini più complesse ed i reparti preparati alle ricerche più impervie.


Sono giorni di ascolti-fiume di amici, parenti, conoscenti, del fidanzato di Noemi e dei suoi familiari. Tutti come “persone informate sui fatti”. Resta senza indagati l’inchiesta condotta di concerto dalla Procura ordinaria e dalla Procura per i minorenni.
Tante le ipotesi al vaglio. E fra queste gli inquirenti hanno ritenuto di dover prendere in esame anche quella dei contrasti fra la ragazza e uno dei familiari del suo fidanzatino. Una persona che non avrebbe visto di buon occhio la loro relazione. E che avrebbe provato alcune volte a convincere il ragazzo a mollarla. Una persona, insomma, che per Noemi non avrebbe provato nè affetto e nemmeno stima. Vicende, in realtà, abbastanza frequenti fra gli adolescenti ed i loro familiari. E anche per questo le indagini stanno prendendo in considerazione questa pista, nell’ipotesi - ipotesi tutta ancora da accertare e che per il momento non ha alcun fondamento - che i contrasti abbiano qualche nesso con la scomparsa di Noemi. Tutto da accertare, appunto.
L’ipotesi dell’allontanamento volontario non è stata definitivamente accontonata. Anche perché la ragazza altre volte aveva lasciato per qualche giorno la casa in cui vive con la madre. Carattere forte ed indipendente con moti di ribellione tipici dell’adolescenza. Lei come tante, tantissime altre ragazze della sua età.
Anche per questo la madre, domenica 3 settembre, giorno della scomparsa, si era preoccupata, ma non allarmata, non trovandola nella sua camera. Due giorni dopo la denuncia ai carabinieri con il pensiero fisso allo smartphone lasciato in camera. E mille dubbi.
E allora se di sequestro di persona si è trattato ed in casa non ci sono segni di forzature di porte o di finestre, con quale scusa Noemi è stata convinta a scendere per strada? Con quale argomenti? E, sopratutto, chi si sarebbe prestato a manipolare la sua fiducia?
E’ una dei punti-chiave dell’inchiesta. Risposte non ne sono arrivate dall’analisi dei tabulati telefonici, dei messaggi sullo smartphone della ragazza, gli ascolti di decine di persone e la visione di alcuni filmati delle telecamere degli impianti di videosorveglianza.
Gli inquirenti non lasciano nulla di intentato. Sono consapevoli che la verità potrebbe essere lì dietro l’angolo. I carabinieri del Nucleo investigativo, della Compagnia di Tricase e della stazione di Specchia stanno cercando di procedere con ordine e con un programma di ascolti e di accertamenti concordato ieri mattina in Procura con i pubblici ministero Donatina Buffelli ed Anna Carbonara. Convinti, ma non lo dicono, di poter risolvere anche questo giallo.
 

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