Denunciato per spaccio: ma era canapa
Imprenditore: «ora risarcitemi»

Denunciato per spaccio: ma era canapa Imprenditore: «ora risarcitemi»
di Valeria Blanco
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Domenica 29 Aprile 2018, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 11:07
Lo scorso dicembre, dopo una vicenda rocambolesca, era stato denunciato per produzione e spaccio di stupefacenti. In realtà le piante, le foglie e i semi trovati nella sua casa di Nociglia, altro non erano che canapa sativa, sostanza che può essere facilmente confusa con la “cugina” marijuana, ma che invece ha un contenuto molto basso di principio attivo e per la legge non rientra tra le sostanze psicotrope.
L’odissea di Salvatore Martella, 39 anni, inizia il 12 dicembre scorso, quando un incendio doloso distrugge la porta della sua casa. Intervengono i vigili del fuoco e, come da prassi in caso di atto doloso, allertano anche i carabinieri. Qui la sorpresa: nel corso del sopralluogo all’interno della casa i militari trovano 3,1 chili di sostanza ritenuta marijuana messa ad essiccare in una serra, oltre a foglie e semi della stessa natura. I carabinieri lo credono uno spacciatore e lo denunciano. Oggi che il procedimento nei suoi confronti è stato archiviato, Martella - che per ironia della sorte è un ex militare e figlio di carabiniere - vuole tornare in possesso della sua rispettabilità che, in un paese piccolo come Nociglia, è stata “macchiata” dalla notizia della denuncia. «Sarebbe bastato consultare la comunicazione che il mio cliente - spiega l’avvocato Fiorino Ruggio - ha inviato ai carabinieri di Nociglia lo scorso luglio, per scoprire che Martella esercita l’attività di coltivatore diretto di canapa industriale, attività consentita dalla legge, in alcuni terreni tra Surano e San Cassiano».
 
In effetti, la perizia chimico-tossicologica sulle sostanze sequestrate, disposta dal sostituto procuratore del tribunale di Lecce, Paola Guglielmi, ha confermato che «le infiorescenze analizzate sono sicuramente derivate da canapa sativa poiché contengono Thc (principio ad attività stupefacente) con concentrazione molto bassa (inferiore al limite di sensibilità) e contengono altri cannabinoidi, in particolare cannabidiolo».
Secondo la legge, la coltivazione di canapa è consentita se il contenuto di principio attivo (Thc) nelle foglie è inferiore allo 0,2%, mentre si ritiene che lo foglie con principio attivo superiore possano provocare effetti farmaco-tossicologici. Nel caso in esame, il consulente della procura ha chiarito come le piante sequestrate siano canapa sativa perché il Thc nelle foglie e infiorescenze è inferiore al limite di sensibilità dello strumento utilizzato per individuarlo (0,05) e quindi sicuramente inferiore allo 0,2 previsto dalla legge. Attrezzature e canapa sono state restituite a Martella. Ma quello che a Martella preme di più è riabilitare la sua immagine: «È difficile vivere in un paese piccolo - spiega - dopo essere stato bollato come spacciatore. I miei genitori hanno sofferto molto e io ho avuto danni economici perché la canapa che mi è stata restituita non era più utilizzabile e d’immagine». Ed è pronta a partire la richiesta di risarcimento danni
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