«Nessuno spaccio, siamo incolpevoli»

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Giovedì 22 Agosto 2019, 14:00
di Giuseppe TARANTINO
e Francesco DE PASCALIS
La movida estiva salentina rischia di perdere i propri punti di riferimento. Locali tra i più frequentati della costa, di giorno e soprattutto di notte, situati in luoghi che sono certamente tra le meraviglie naturalistiche del Salento. È il caso ad esempio del Fico d'India, sulla litoranea tra Santa Caterina e Sant'Isidoro, di fronte alla suggestiva Baia di Uluzzo, in pieno parco di Portoselvaggio, da sempre meta di vacanzieri e turisti alla ricerca di musica e divertimento: è un dei quattro locali pubblici del Salento per i quali la Questura di Lecce ha avviato i procedimenti amministrativi finalizzati alla chiusura, per essere stati interessati in qualche modo dall'operazione Pusher 3 condotta dalla Squadra mobile di Lecce e dal Servizio centrale operativo della polizia, che ha smantellato ieri una fitta rete di spaccio di cocaina a uso e consumo di locali e turisti ed ha portato all'arresto di 13 persone.
Pare che il più nutrito gruppo di spacciatori (sette persone) che gestiva le cessioni di cocaina operasse proprio nei pressi del noto locale a Torre Uluzzo, meta nelle notti estive di migliaia di avventori, locali e turisti: una piazza parecchio interessante dove smerciare la droga. Va detto subito, però, che la proprietà del noto locale, la Ficodindia srl, tramite il suo legale di fiducia, l'avvocato Paolo Gaballo, ha però immediatamente dichiarato «di essere totalmente estranea ai recenti fatti di cronaca, poiché avvenuti esclusivamente nell'area parcheggio, che è gestita da terzi in virtù di apposito contratto sottoscritto con i relativi proprietari» ed ha ribadito «che l'attività del locale è ed è sempre stata svolta nel pieno rispetto della vigente normativa ed in assoluta sicurezza con soddisfazione della clientela che da quasi trent'anni frequenta costantemente il locale».
Il Fico d'India, dal 1992, è il posto di tendenza più conosciuto all'interno del parco di Portoselvaggio. Nato come una vera e propria tasca messicana, una specie di locanda dove fermarsi a magiare e bere qualcosa nelle bollenti giornate estive e che proponeva serate alternative di musica dal vivo, è man mano diventato un confortevole riparo e punto di ristoro, dove bere buoni cocktail in un ambiente rilassato e poco formale, per turisti e bagnanti che di giorno visitano il parco di Portoselvaggio e che si tuffano nello Jonio dalle alte scogliere della baia di Uluzzo, e allo stesso tempo un luogo privilegiato per ammirare i romantici, rossi tramonti del sole dietro la torre diruta di Uluzzo, che da cinquecento anni fa da sentinella all'incantevole baia. Ma è a tarda sera che il Fico diventa un paradiso notturno del divertimento e viene letteralmente preso d'assalto da migliaia di giovani (e meno giovani) attirati dall'ambiente e dalla musica. E anche nella giornata di ieri il Fico d'India, a poche ore dal blitz, era in piena attività.
Un altro locale simbolo della movida salentina, il Guendalina (a Santa Cesarea Terme), e il risto-lounge Le Darsene (sulla provinciale Porto Cesareo-Sant'Isidoro) sono le altre due strutture finite nell'inchiesta. I gestori di entrambi i locali si dicono completamente estranei ai fatti contestati dall'autorità giudiziaria. «Siamo completamente estranei ai fatti e non ci è stato notificato alcun atto da parte degli organi inquirenti», questo il secco commento dei massimi responsabili del Guendalina di Santa Cesarea Terme.
Sulla stessa linea le dichiarazioni della proprietà del Fico d'india. In serata anche Le Darsene ha ribadito la propria posizione di completa estraneità ai fatti. «Il ristorante Le Darsene tramite il legale di fiducia, l'avvocato Gabriele Valentini, dichiara di essere totalmente estranea ai fatti di cronaca sui quali indagano gli inquirenti. Precisiamo che il ristorante denominato Le Darsene è un ritrovo frequentato da clienti che lo scelgono per cenare e passare qualche ora di relax estivo, dove solo il giovedì viene svolta una festa di ritrovo, un party con intrattenimento per pendolari e turisti che frequentano la costa cesarina».
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