«Nel Must offerta di qualità L'Agnoli dice assurdità»

«Nel Must offerta di qualità L'Agnoli dice assurdità»
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Domenica 20 Maggio 2018, 19:27 - Ultimo aggiornamento: 19:32
Politiche culturali sotto accusa. E stavolta ad attaccare l'amministrazione Salvemini e l'assessore alla Cultura Antonella Agnoli è l'architetto Roberto Marcatti, presidente dell'Associazione per il Disegno Industriale (Adi), delegazione Puglia e Basilicata. «Come può dire che il Must non ha mai funzionato come un museo? È assurdo. Abbiamo organizzato tante mostre ed esposizioni prestigiose e per di più, negli ultimi mesi, abbiamo inviato ben quattro richieste diverse, tutte protocollate, senza mai ricevere uno straccio di risposta». Ieri, replicando alle critiche su incuria e scarsa pulizia del Must fatte dal centrodestra, Agnoli ha chiarito l'intenzione di «portare quel luogo a essere ciò che non è mai stato, se non sporadicamente: un museo». Ed è proprio questa affermazione ad essere andata di traverso a Marcatti.
L'Adi è un'associazione fondata nel 1956 a Milano con il contributo di Giò Ponti e riunisce, attorno al tema del design italiano ed internazionale, progettisti, imprese, giornalisti, critici. Si dice esterrefatto, «come cittadino, come rappresentante di una istituzione che fa parte, da organo consuntivo, del ministero per i Beni culturali e come curatore, insieme a Cintya Concari, delle ultime mostre ospitate nel museo, fra le quali Idee in Volo di Riccardo Dalisi e Odori e Sapori di Ugo La Pietra e Alessandro Guerriero: al diavolo Alchimia!».
La prima, sarà esposta al Castello Sforzesco, Cortile della Rocchetta, per la nomination al Premio del Compasso d'Oro del 20 giugno prossimo. «L'esposizione su Dalisi è stata contemporanea alla mostra a lui dedicata dal Centre Pompidou di Parigi mentre l'ultima ha goduto della prefazione di Gillo Dorfles e Aldo Colonetti, icone della critica su arte e design nazionale ed internazionale, tanto da guadagnarsi la ribalta nazionale».
Marcatti si sfoga e cita anche «una serie di lectures dedicate al design e all'architettura», organizzate in collaborazione con l'Ordine degli Architetti proprio nella sala conferenze al primo piano del Must. «Abbiamo riproposto le lectures, ma non ci è mai stata data risposta. Visto il nostro impegno in questi anni, dopo il cambio della guardia in Comune, il 14 settembre scorso abbiamo avuto un incontro con il sindaco Salvemini, che ci aveva garantito la volontà di proseguire nella collaborazione. Quindi, seguendo il doveroso iter istituzionale abbiamo protocollato quattro richieste alla sua attenzione e a quella dell'assessore Agnoli, non ultima una email del 3 maggio: non abbiamo avuto alcuna risposta». Arrabbiato, deluso, il presidente Adi per Puglia e Basilicata confida ancora «in un incontro che possa aiutare a valutare meglio le iniziative che Adi può ancora proporre sul territorio».
Il dialogo fra Comune e Adi era stato aperto, anni fa, dall'allora sindaco Paolo Perrone, che oggi non risparmia critiche all'amministrazione e all'assessore, in particolare. «Patetica», a suo dire, «la dichiarazione di Agnoli: il Must è nella disponibilità del Comune, che lo gestisce dal 2012. È solo un alibi, affermare che dal 29 maggio l'ente ne sarà anche proprietario. E fa ridere prosegue, durissimo che annunci oggi l'apertura di un confronto con le realtà culturali della città: lo sa che sono passati dieci mesi dal suo insediamento?».
Perrone ricorda di aver scelto il Must «come centro attrattore cultuale della città, nell'offerta di arte moderna e contemporanea e per la valorizzazione di artisti salentini e pugliesi o che abbiano esercitato nel Salento e in Puglia. Non si può vedere la scultura di Marrocco piena di erbacce o l'imbuto di Mimmo Conennna pieno d'acqua stagnante. Nel Must ci sono state le mostre di Jenny Okun, di Omar Galliani, di Schifano ed Ezechiele Leandro e sono sempre state autoproduzioni dell'amministrazione, mai ricevuto un finanziamento: come può dire che non è mai stato un museo? Siamo davanti a una carenza e a una latitanza assolute nelle Politiche culturali della città. L'assessore avrà una vocazione verso il libro e le biblioteche, nonostante non si comprenda - concluda - quali risultati ci siano stati con Città del Libro. Per il resto è vuoto pneumatico».
P.Anc.
 
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