Nascosti per due notti in banca: svaligiato il caveau Bnl in piazza

Nascosti per due notti in banca: svaligiato il caveau Bnl in piazza
di Valeria BLANCO
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Martedì 13 Novembre 2018, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 20:26


Poteva essere il colpo del secolo, e non è ancora detto che non lo sia stato. Perché il bottino è ancora tutto da quantificare e, anche se i ladri sono scappati lasciando per terra parte della refurtiva, di certo hanno portato via il contenuto di circa 80 cassette di sicurezza. Per avere numeri certi bisognerà però sentire i clienti, catalogare il contenuto di ciascuna cassetta e fare un po' di conti. Potrebbe, insomma, essere stato un colpo milionario, ma lo si saprà tra qualche giorno.
Tutta da ricostruire la dinamica del furto alla filiale della Bnl di piazza Sant'Oronzo e al lavoro, per questo, ci sono gli uomini della Squadra mobile della Questura di Lecce, guidati dal vicequestore Alessandro Albini. Di certo per ora c'è solo che domenica sera i vigilantes della Fenice, durante un sopralluogo a seguito di un allarme scattato, si sono accorti che le porte blindate interne erano state aperte, ma senza evidenti segni di forzatura. Hanno quindi chiesto l'intervento dei poliziotti delle Volanti, che a loro volta hanno allertato i colleghi della Scientifica e il direttore della filiale. Una volta all'interno, si è scoperto che i ladri erano riusciti a entrare nel caveau e a forzare ben 80 delle 310 cassette di sicurezza custodite al suo interno.
Un lavoro che sicuramente ha richiesto del tempo, anche perché per forzarle non sarebbe stata usata la fiamma ossidrica, ma un ben più banale cacciavite. Segno, comunque, che chi ha agito - si suppone una banda composta da più elementi - ha avuto a disposizione diverse ore, forse due giorni, per lavorare con calma. Il colpo, degno di una serie di quelle che vanno in voga su Netflix, è stato studiato nei minimi dettagli, per settimane se non addirittura per mesi. E anche se è riuscito solo per metà - dal momento che nella fuga i ladri hanno lasciato un trolley pieno di banconote per un totale di circa 80mila euro - la certezza è che ad agire non siano stati certo degli sprovveduti. Intanto, perché sono riusciti ad entrare nella banca senza forzare nulla. L'ipotesi investigativa è che chi ha agito si sia introdotto nella filiale già venerdì pomeriggio, prima della chiusura, confondendosi tra i normali clienti. Poi, in qualche modo si sarebbe nascosto, magari in un bagno, riuscendo a rimanere all'interno della banca anche dopo che i dipendenti e il direttore, terminato il turno, sono usciti chiudendosi la porta alle spalle e inserendo l'allarme. Allarme che, in effetti, era scattato anche domenica alle 13, segno che i ladri erano ancora lì, ma durante il primo sopralluogo i vigilantes non avevano notato nulla di strano. E come avrebbero potuto? All'esterno, infatti, non c'erano segni di effrazione. All'interno, invece, l'attività si svolgeva febbrile: i ladri avevano portato con sé diversi borsoni vuoti, che contavano di riempire di ori e gioielli, magari di contanti e di titoli di valore. In un borsone avevano ogni tipo di arnese da scasso: tutto materiale che per qualche motivo, nella fuga, non hanno fatto in tempo a portarsi dietro e che è rimasto nel caveau, dove è stato trovato dai poliziotti che ora - tramite i rilievi e l'analisi di eventuali impronte - dovranno far parlare.

E chissà che quel borsone e il suo prezioso contenuto non li porti dritti all'identità degli Arsenio Lupin. Utili nelle indagini saranno anche le analisi sul circuito interno di videosorveglianza: sebbene sia stato manomesso, i poliziotti sperano di riuscire a recuperare i filmati (o almeno una parte di essi) dalla centrale operativa che ha sede a Roma. Intanto, si lavora per quantificare l'ammontare della refurtiva.

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