Addio a Vittorio Perrone, il “ragazzino” che aiutò Jakob, il piccolo profugo ebreo

A sinistra Jakob Ehrlich, a destra Vittorio Perrone. Durante il loro incontro a Nardò
A sinistra Jakob Ehrlich, a destra Vittorio Perrone. Durante il loro incontro a Nardò
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Mercoledì 20 Gennaio 2021, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 16:41

Se ne va un pezzo di Nardò. Di più, un pezzo della storia del Salento, dell'Italia. E oltre. Perché lui, Vittorio Perrone, 92 anni, era memoria,  prezioso testimone di una pagina di storia che fu - allo stesso tempo - di grande buio, ma anche di grande accoglienza.

Questa mattina, ad appena 7 giorni dalla Giornata della Memoria, Vittorio Perrone è morto dopo aver accusato un malore mentre era nelle vicinanze di un'edicola nella zona 167 della città.

Vittorio Perrone, come detto, è testimone vivente di quella pagina importante di solidarietà scritta dalla popolazione neritina, che nel 2005 è valsa la Medaglia d’oro al merito civile conferita alla città di Nardò dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

Il “ragazzino” Vittorio Perrone strinse un intimo rapporto di amicizia con tanti profughi ebrei che furono accolti tra il 1943 e il 1947 a Nardò e in particolare con Jakob Ehrlich e offrì loro solidarietà e un aiuto concreto, diventando “spettatore” attivo e privilegiato di quella vicenda storica.

Nel 2013 ha donato alla città e al Museo della Memoria di Santa Maria al Bagno foto, articoli di giornali e altri documenti dell’epoca, che hanno aiutato a ricostruire tanti aspetti di quegli anni.

Nel 2001, grazie all’appello raccolto da Nuovo Quotidiano, Jakob rincontrò a Nardò, dopo oltre 50 anni, l’amico neritino Vittorio Perrone, con il quale a 12 anni, aveva condiviso, nel Campo di Santa Maria, i giochi, la bicicletta (diventata famosa in una foto che li ritrae insieme) e la spensieratezza ritrovata dopo gli orrori della guerra e la tragedia della Shoah. 

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