Nardò sfida Lecce: "Facciamo qui la Cittadella della Giustizia"

Il tribunale di Nardò
Il tribunale di Nardò
di Giuseppe TARANTINO
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Domenica 17 Aprile 2016, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 17:39
A pochi giorni dalla chiusura degli uffici del Giudice di Pace, da Nardò parte la più clamorosa delle provocazioni che forse, a ben guardare, tanto provocazione non è: fare della grande e moderna struttura di via Falcone e Borsellino, distaccamento del Tribunale fino a un anno fa, la sede della Cittadella della Giustizia. Quella che si invoca da anni per la città di Lecce e che si dovrebbe, nel caso, costruire ex novo, in un sito da individuare in uno dei comuni del circondario del capoluogo di provincia.
 
L’idea di realizzare a Nardò, nel complesso che si trova all’ingresso della città e nell’area circostante, è compresa nel programma elettorale (e amministrativo, nel caso di elezione) di Pippi Mellone, candidato sindaco di Alleanza per il Cambiamento.
«Siamo convinti –spiega Mellone- che invece di giocare al ribasso, Nardò debba esprimere al meglio le proprie potenzialità. Per questo spingeremo affinché, dove ora sorge la struttura del Tribunale, possa essere realizzata una Cittadella della Giustizia».
L'edificio, grande, nuovissimo, dotato di servizi e impianti moderni e, in più, con una vastissima area intorno ideale per ulteriori ampliamenti, iniziato a costruire nella seconda metà degli anni Ottanta su progetto dell’ingegnere Mario Colomba e dell’architetto Vittorio Manca, fu inaugurato nel 2008 dal ministro Clemente Mastella, dopo i lavori di completamento costati circa 5 milioni di euro. Oggi, a distanza di soli otto anni è ormai praticamente chiuso, se si escludono gli uffici del Giudice di Pace, anche questi, pare, vicinissimi alla chiusura. «Anche la proposta di accogliere al primo piano del mastodontico edificio una sede della Guardia di Finanza, -continua Mellone- approvata all'unanimità dal Consiglio comunale, appare una soluzione tampone e parziale. Per questo motivo, faremo la nostra proposta al Ministero della Giustizia e al Presidente del Tribunale, con studi di fattibilità ed evitando, così, di gettare nel cestino i soldi spesi. A Nardò, per cominciare, potrebbero essere sistemati gli uffici distaccati del Tribunale leccese di via Brenta a servizio dell'intero circondario ed ogni altro servizio che riterrà utile. La posizione del plesso è strategica, vicino a strade a scorrimento veloce, come la Lecce-Maglie-Gallipoli, e a possibili zone di espansione».
L’idea di Mellone viene accolta con cautela e anche scetticismo dagli addetti ai lavori. Per l’avvocato Giuseppe Bonsegna, «un progetto del genere andrebbe calibrato quanto a finanziamenti e programmi ministeriali che, c’è da dire, di questi tempi vanno in direzione esattamente contraria al decentramento. In generale, infatti, -continua- dovrebbe cambiare prima il principio, che invece sta passando, che il servizio Giustizia va accentrato. O la politica si impegna a cambiare verso a questo principio e a lavorare perché si torni a ragionare in termini di Giustizia di prossimità, oppure tanto vale mettere da parte idee come queste».
E sulla possibilità di utilizzare gli edifici del Tribunale di Nardò si era espresso favorevolmente anche Roberto Tanisi, presidente della seconda sezione penale di Lecce oltre che presidente della Anm del distretto di Lecce. Una chance tutta da verificare. E qui scende in campo anche il sindaco Marcello Risi che, però, resta scettico: «Difficile immaginare che un’idea del genere possa diventare concreta. In ogni caso, nei giorni scorsi, abbiamo effettuato un sopralluogo con i responsabili tecnici della Guardia di Finanza perché procede speditamente l’iter per l’istituzione di una sede della Guardia di Finanza al primo piano dell’edificio».
«L'idea di una Cittadella della Giustizia a Nardò è sicuramente affascinante e suggestiva. –dice Salvatore Donadei, presidente della Camera Civile Salentina- Vero è che a Nardò si partirebbe con una base importante e solida, come la splendida sede dell'ormai ex tribunale, tuttavia le difficoltà collegate ad uno spostamento degli uffici giudiziari, con annesse questioni legate a collegamenti e spazi adeguati, oltre che all'impatto pressoché insostenibile, considerati i numeri in gioco, fanno sì che resti un sogno».
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