Addio a Pippi, l'ultimo hippy del Salento

Foto: Aristide Mazzarella
Foto: Aristide Mazzarella
di Giuseppe TARANTINO
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Domenica 2 Maggio 2021, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 08:42

Sembrava Jimi Hendrix, ma preferiva la musica melodica. Sembrava appena tornato da un viaggio nel tempo negli anni ‘60, e per lui il tempo si era fermato a quel mitico periodo. E il look che lo distingueva da tutti gli altri in città, lo testimoniava. Pippi Casilli, al secolo Giuseppe De Mitri, è stato l’ultimo o forse l’unico “capellone” a Nardò e in provincia di Lecce: sabato scorso, a 70 anni, è morto ad Acquarica del Capo, in una Rsa dove da tempo era ricoverato.

 

I pantaloni a zampa e l'amore incontenibile per la musica 

Un enorme cespuglio di capelli ricci e scuri, camicia aderente, pantaloni a “zampa d’elefante” e chitarra sempre in spalla, sembrava appena sceso dal palco di un concerto rock dei Deep Purple o dei Led Zeppelin. E sui palchi lui sognava sempre di salire per suonare e cantare. Qualche volta, grazie anche a tanti amici musicisti che aveva, Pippi è riuscito a realizzare quel sogno: e allora lo si vedeva esplodere in una gioia incontenibile. E se non c’era un palco a disposizione, a lui andava benissimo anche una semplice panchina in piazza Salandra o, d’estate, a Santa Caterina o Santa Maria al Bagno, sulla quale sedersi e suonare con la chitarra le canzoni che lui stesso componeva. Testi e musiche semplici, elementari, la maggior parte canzoni d’amore, romantiche.

Un hippy senza etichetta


Un romantico. Lui, che per tutti era un “hippy” incallito, ancora nel 2021. Ma Pippi rifiutava l’etichetta: «Gli hippies sono un’invenzione – diceva -. Quelli erano figli di ricchi che facevano finta di essere alternativi». Altro che “figlio dei fiori”, lui quegli anni li aveva vissuti, da figlio della periferia, di famiglia proletaria e tenuta a distanza dalla “Nardò bene”; tacciato di essere un “poco di buono” solo per i tatuaggi che gli coloravano le braccia. Aveva creduto nelle utopie e praticato anche qualche eccesso di quella generazione. Come tantissimi suoi conterranei in quegli anni, aveva girato l’Europa alla ricerca del lavoro che non c’era nel Salento e per inseguire i suoi sogni: Germania, Spagna, Belgio, Olanda e Inghilterra. Ma era tornato nella sua Nardò, e vicino al mare che amava, dove ha continuato a vivere. Era in qualche modo, diventato un simbolo di Nardò. Della generazione “peace & love” alla quale apparteneva, Pippi aveva assorbito e conservato lo spirito: era rimasto un anarchico e “ribelle”, un rivoluzionario a modo suo e un pacifista, con un cuore romantico.
«Una persona libera e buona - è il ricordo di una sua amica, Alessandra De Benedittis - un uomo che ne ha fatte tante e ne ha passate tante.

Però non si è mai perso d’animo». In migliaia hanno ricordato Pippi Casilli, l’ultimo “capellone romantico”, con un pensiero o una foto sui social. Nel pomeriggio, i neretini lo hanno salutato per l’ultima volta.

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