Nardò, bufera sulle elezioni. Il candidato Losavio: «Mellone indagato per il caso “firme false”». La replica del sindaco: «Porcate»

Nardò, bufera sulle elezioni. Il candidato Losavio: «Mellone indagato per il caso “firme false”». La replica del sindaco: «Porcate»
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Venerdì 26 Marzo 2021, 15:06 - Ultimo aggiornamento: 19:47

«Il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, è ufficialmente indagato dalla Procura per il caso “firme false»: lo scrivono in una nota le liste a sostegno della candidatura di Pierpaolo Losavio al comune neretino. «La motivazione - sostengono “Impegno civico per Nardò”, “Svegliati Nardò”, “Artigiani e Commercianti” e “Lista Losavio sindaco” - è quella di aver violato la normativa prevista dal “Testo unico delle leggi per la composizione e l’elezione degli organi delle Amministrazioni comunali”. Le nostre liste, impegnate alla prossima campagna amministrativa, è giusto che informino i cittadini che l’indagine, il cui titolare è il pm Alberto Santacatterina, contesta al primo cittadino l’articolo 90, che disciplina la fattispecie delle “firme false” e prevede una pena da 1 a 6 anni per chi “firma falsamente le schede o altri atti o sostituisce, sopprime o distrugge in tutto o in parte uno degli atti”».

IL CASO DELLE FIRME

«Il caso dei moduli falsificati alle elezioni 2016, di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane - aggiungono ancora gli sfidanti di Mellone -, dunque esiste, come era evidente a chi è immune alla propaganda del sindaco e la giustizia se ne sta già occupando, a dispetto dell’opera di disconoscimento di Mellone. Secondo il candidato sindaco Pierpaolo Losavio la posizione di Mellone deve essere chiara nei confronti dei cittadini».

«La giustizia farà il suo corso – aggiunge Losavio – anche se il sindaco Mellone, a parte la minaccia di querela mai formalizzata, non fa chiarezza sulla vicenda.

La contraffazione delle firme è vera o falsa? Si esprima e parli con chiarezza alla Città! Pensa di cavarsela con la prescrizione così come ha affermato? Il mio appello si rivolge al Prefetto, al Ministro degli Interni, al Ministro della Giustizia affinché i cittadini di Nardò vadano al voto senza dubbi, senza ombre ed in piena legalità».

Nel primo pomeriggio, la replica di Mellone affidata ad una asciutta nota stampa. «Apprendo da un candidato sindaco l’incedere di procedimenti ed indagini. Che al sottoscritto, però, non risultano. L’accusa sollevata dall’opposizione - prosegue Mellone - era e resta ridicola, intempestiva (essendo stata partorita dopo cinque anni) e calunniosa.  Poi, fisiologiamente, a una denuncia corrisponde l'apertura di un fascicolo d’indagine. Lo sanno anche i bambini, ma non evidentemente loro. In campagna elettorale parleremo di quello che abbiamo fatto, di come abbiamo cambiato la città, di quello che faremo nei prossimi 5 anni. Altri provano a delegittimarci con i tribunali non avendo argomenti, con la compiacenza di chi fa loro da megafono amplificando il nulla cosmico. Possono fare un esposto al giorno, ma questa è l’ultima volta che rispondo a queste porcate. Si confrontino sui temi, se ne sono capaci».

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