Nardò, alti livelli di arsenico nella falda. In sindaco corre in Procura

Nardò, alti livelli di arsenico nella falda. In sindaco corre in Procura
di Giuseppe TARANTINO
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Lunedì 15 Febbraio 2016, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 09:49
Un dossier sulla ex discarica di Castellino e sull’inquinamento dei pozzi artesiani “spia” a valle dell’impianto, da consegnare alla Procura.
Su questo sta lavorando l’Amministrazione comunale di Nardò in questi giorni, preoccupata dalla mancata bonifica e messa in sicurezza dell’impianto di smaltimento di rifiuti solidi urbani dismesso nel febbraio del 2007, dopo aver servito per oltre 15 anni il territorio neritino e un’altra quarantina di comuni salentini.
Lo ha annunciato il sindaco Marcello Risi dopo la notizia, circolata nelle ultime ore, della presenza oltre che di nichel superiore, seppure di poco, ai limiti di legge (dato emerso già ad ottobre 2015) anche di tracce di arsenico - potente cancerogeno - in quantità maggiore a quelle che l’organismo umano può assumere senza effetti nocivi, riscontrata nell’acqua della falda prelevata dai pozzi spia a valle del sito della ex discarica, costantemente monitorati da Arpa Puglia».
L'arsenico nella falda: «In particolare, per quanto riguarda l’arsenico, nei pozzi spia di Castellino, dai rilevamenti dell’Arpa risultano 4 microgrammi/litro in più rispetto al massimo fissato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, contenuto per esempio nell’acqua minerale incommercio, di 10 microgrammi/litro.
«Il fatto che tutti gli altri limiti di legge siano rispettati - dice il sindaco Risi - non possiamo considerarlo in sé tranquillizzante».

Anche il consigliere regionale del M5s Cristian Casili aveva richiesto chiarimenti proprio sull’effettiva situazione dei monitoraggi. «Vogliamo sapere – aveva detto Casili – se sono state adottate tutte le prescrizioni a cui avrebbe dovuto ottemperare la società privata che gestisce il sito, la Mediterranea Castelnuovo 2 Srl. È urgente capire se eventuali accumuli di acque meteoriche si stanno infiltrando nel corpo della discarica stessa formando, a contatto con il materiale depositato, quantità di percolato che poi finisce in falda compromettendone la salute della stessa. Accelererò affinché in Regione si possa fare chiarezza sulle responsabilità degli enti pubblici e privati coinvolti – aveva concluso il consigliere regionale neritino – e far partire urgentemente il piano di messa in sicurezza»
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