«Muore dopo 9 ore di agonia», la famiglia denuncia: sette medici indagati

«Muore dopo 9 ore di agonia», la famiglia denuncia: sette medici indagati
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Mercoledì 31 Luglio 2019, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 20:46
Un'inchiesta, l'autopsia e sette medici indagati per chiarire se e cosa si sarebbe potuto fare per salvare la vita della donna di 72 anni morta il 21 luglio nell'ospedale Vito Fazzi di Lecce.

«Dopo un'attesa di nove ore in Pronto soccorso», sostengono i parenti di Flora Falconieri, nella denuncia che ha dato il via all'apertura di un fascicolo in Procura che ipotizza l'accusa di omicidio colposo in concorso.
Ma il primario del reparto, Silvano Fracella, chiarisce: «Il Pronto soccorso non è un'astanteria e quelle ore che i parenti chiamano "d'attesa" sono state invece impiegate per garantire alla signora, arrivata già in stato di choc, tre visite specialistiche, nello specifico dello pneumologo, del nefrologo e del cardiologo. Effettuate, inoltre, tre analisi emogas, le analisi del sangue, l'ecocardiogramma, la radiografia del torace, l'ecografia all'addome ed è stata somministrata la terapia  per la pressione troppo bassa e per il potassio troppo alto. Poi è stato disposto il ricovero. Se tutti questi esami fossero stati effettuati in reparto, forse la signora avrebbe impiegato otto giorni e non otto ore»

Se ne sta occupando il pubblico ministero Donatina Buffelli. Ieri mattina il primo passo verso l'accertamento della verità, con il conferimento dell'incarico di svolgere l'autopsia al medico legale Roberto Vaglio, allo specialista in anestesia e rianimazione Silvio Colonna ed al cardiologo Giacinto Pettinati. I medici hanno nominato come consulenti di parte di dottori Alberto Tortorella, Marco Ciccone ed Antonio De Giorgi.

L'autopsia ha lo scopo di individuare l'ora del decesso, nonché le modalità e le cause. Il pubblico ministero Buffelli ha chiesto anche di stabilire se siano state rispettate o meno le linee guida e le buone pratiche clinico assistenziali durante la degenza di Flora Falconieri al Fazzi. Va da se' che compito dell'inchiesta sia anche quello di chiarire se è vero che questa donna sia rimasta per nove ore in Pronto soccorso, come se il suo caso non sia stato ritenuto prioritario. Le cartelle cliniche verranno in aiuto agli inquirenti perché da lì si potrà capire il codice assegnato alla paziente una volta entrata in reparto e secondo quale diagnosi.

Inoltre compito dell'inchiesta è pure stabilire se e quali valutazioni siano state effettuate dai medici indagati nel corso della degenza in Pronto soccorso, prima che venisse trasferita in Cardiologia e morisse - questo lamentano, tra l'altro, i parenti - dopo circa mezz'ora.
Non c'è nulla di certo al momento. Le indagini prendono spunto dalla denuncia dei parenti e seguiranno le indicazioni che arriveranno dall'accertamento autoptico.
Intanto i medici indagati hanno nominato come difensori gli avvocati Massimo Bellini, Luigi Covella, Maria Benevola Petrachi, Francesca Serafini, Alessio Epifani, Alessandra Bello, Carlo Congedo e Corrado Passabì.
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