Licenze, sì al passaggio da negozi a pub: «Poi la Movida sarà a numero chiuso»

Licenze, sì al passaggio da negozi a pub: «Poi la Movida sarà a numero chiuso»
di Stefania DE CESARE
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Mercoledì 27 Gennaio 2021, 09:19

Da negozi di vicinato a ristoranti e pub: dal Consiglio comunale di Lecce via libera ai cambi di destinazione d'uso. E la movida si prepara a diventare a numero chiuso: approvato un ordine del giorno per congelare il numero di licenze. Palazzo Carafa mette la parola fine alla questione relativa alla differenziazione delle attività della movida. Il provvedimento varato dal governo Salvemini per permettere i cambi funzionali all'interno della categoria commerciale ha avuto l'ok assise comunale.


Da oggi chi vorrà modificare la natura della propria licenza avrà una doppia possibilità: diventare un pubblico esercizio, rispettando precisi standard igienici e urbanistici e senza alterare le regole del Prg o, riconvertirsi ad altro commercio al dettaglio con l'opportunità di una scelta in più nel rinnovare gli immobili nei quali svolgono la loro attività. Una novità che coinvolge numerosi esercizi dell'area antica. Nel centro storico sono presenti 267 attività, di cui 146 pubblici esercizi, 113 esercizi di vicinato e 4 con entrambe le caratteristiche. Secondo le prime stime del settore Attività produttive, circa il 40% avrebbero le carte in regole per richiedere il cambio funzionale. Durante la fase delle osservazioni, la delibera è stata criticata da alcuni residenti del centro storico, preoccupati del proliferare di attività della movida che negli anni ha creato squilibri per chi vive la zona. Per questo la maggioranza ha presentato un ordine del giorno (approvato dall'assise) che apre una strada parallela al provvedimento.

«C'è la necessità - ha spiegato il consigliere Antonio Rotundo - di predisporre al più presto un piano del commercio che diversifichi le attività commerciali, e la necessità di procastinare il rilascio di nuove autorizzazioni solo dopo il termine d'adeguamento e al piano del commercio approvato». L'ordine del giorno impegna la Giunta a sottoporre all'attenzione del Consiglio entro tre mesi lo stralcio del Documento strategico del Commercio relativo all'area del centro storico all'interno del quale saranno puntualmente previste le attività commerciali e produttive ammesse all'interno dell'area e ove necessario il numero massimo delle stesse consentito oltre il quale non saranno possibili nuove aperture per il periodo individuato sul modello di altre città italiane d'arte.

E quindi la movida si appresta a diventare a numero chiuso: l'ipotesi avanzata dalla maggioranza è quella di limitare l'apertura di nuovi locali all'interno dell'area antica per fermare il proliferare di bar, ristoranti e attività notturne. Non solo. Il documento impegna l'amministrazione ad accompagnare i titolari degli esercizi interessati nel percorso di adeguamento ai dettami del deliberato e a monitorare gli effetti del provvedimento attraverso puntale attività di controllo. Durante la discussione non sono mancate le polemiche tra maggioranza e opposizione.

Bocciato l'emendamento presentato dal centrodestra che chiedeva una modifica alla delibera per «salvaguardare il lavoro di tanti esercenti che hanno difficoltà ad attestare l'originaria destinazione commerciale al 1983 ovvero la data di adozione del Prg». «Non stiamo cambiando le regole del gioco ha spiegato il sindaco Salvemini -. Chi ha titolo edilizio e licenza commerciale può esercitare e se ha la possibilità trasformarlo in pubblico esercizio». La delibera è stata approvata con i voti della maggioranza e del consigliere Baglivo (M5S) mentre l'opposizione, a differenza del voto di giugno, si è astenuta. «Mettiamo in regola questa città dopo anni di incertezze e caos aggiunge il consigliere Della Giorgia -. La delibera prende atto da un lato le ordinanze del Consiglio di Stato e del Tar che hanno visto già soccombere l'amministrazione comunale, dall'altro regolamenta gli usi degli immobili nel centro storico».

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