Da salumerie a pub e ristoranti: ok ai cambi d'uso, a Lecce "in regola" 12 locali su 113

Da salumerie a pub e ristoranti: ok ai cambi d'uso, a Lecce "in regola" 12 locali su 113
di Stefania DE CESARE
4 Minuti di Lettura
Sabato 18 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:59

I locali del centro storico “cambiano pelle” e la Movida di Lecce si trasforma: meno salumerie e più piccoli ristoranti, pub o locali food con servizio al tavolo. Tutto nel rispetto delle regole.
Da negozi di vicinato a esercizi pubblici: presentate 12 domande per i cambi di destinazione d’uso. A circa otto mesi dall’approvazione in Consiglio comunale della delibera che consente ai titolari di locali di modificare la natura della propria licenza, sono queste le richieste presentate dagli imprenditori della movida per “rinnovare” la propria attività e svolgere la somministrazione assistita nel centro storico. Istanze, appunto, in via di approvazione.

Le domande: come funzionano


I cambi funzionali all’interno della categoria commerciale sono possibili grazie a una delibera di variante normativa, approvata a cavallo tra il 2020 e il 2021, che consente ai locali che hanno già una destinazione urbanistica commerciale (comprovata da un titolo edilizio) la possibilità di convertire o in attività di somministrazione, in presenza di adeguamenti di carattere igienico sanitario e urbanistico, o ad altro tipo di commercio al dettaglio. Dopo l’adozione in Consiglio lo scorso gennaio (il primo passaggio in aula è stato a giugno 2020 a cui è seguito un periodo di osservazioni) e una fase di rodaggio (a febbraio ancora non si registravano domande), ecco, dunque, gli imprenditori pronti a mettersi in regola per poter svolgere l’attività di somministrazione senza il pericolo di multe. 
Tra le 12 richieste presentate in Comune solo in un caso il cambio funzionale è avvenuto senza opere di modifica (in quanto l’attività possedeva tutte le condizioni per ottenerlo), mentre gli altri 11 hanno effettuato interventi di opere edilizie per adeguamenti igienico funzionali. 
Con la delibera Palazzo Carafa ha integrato le Norme tecniche di attuazione (Nta) del Piano regolatore generale – datato 1983 e che sarà sostituito dal Piano urbanistico generale – per mettere fine al caos in cui versano da circa vent’anni alcuni dei locali e pub del cuore barocco della città. 

I requisiti e gli spazi adeguati 


Ad oggi, nel centro storico, sono ben 113 le attività classificate come esercizi di vicinato - salumerie, alcune delle quali negli anni hanno operato nell’irregolarità, offrendo alla propria clientela servizi che non potevano proporre in barba alle licenze e alle sanzioni.

Una “platea” potenziale che, dunque, è stata toccata solo in parte dalle istanze: solo 12, appunto, anche se l’obiettivo iniziale non era quello di avviare un condono generalizzato. Anzi. 

I titolari dopo l'ok: "Lavoriamo più sereni"


In ogni caso la fotografia recente era quella di un caos che aveva generato squilibri e malumori tra gli esercizi “regolari” che da tempo chiedono un intervento per fermare la concorrenza sleale con i pub irregolari. «In questo modo può lavorare meglio - afferma Antonio Casto, titolare di “L’angolino” di via Matteotti -. Ho richiesto il cambio e non ho dovuto fare nessun lavoro perché il mio locale possedeva già tutti i requisiti. Sono 12 anni che porto avanti la mia attività e finalmente ho avuto modo di ottenere il cambio per offrire un servizio completo ai miei clienti». 

I controlli non si fermano: multe salate per chi viola le regole


Eppure c’è chi continua a trasgredire. Proseguono, infatti, i controlli da parte della Polizia locale avviati durante l’estate. In questi mesi non sono mancati i verbali con multe fino a 5mila euro per chi trasforma la “salumeria” in pubblico esercizio, e provvedimenti di chiusura temporanea dell’attività. 
«Sono stato tra i primi a richiedere il cambio di destinazione perché avevo la fortuna di avere le metrature necessarie per predisporre un secondo servizio igienico – spiega Marco Galli, titolare del locale “I Galli” in piazzetta Castromediano –. Era da tempo che aspettavamo un provvedimento che mettesse ordine. Negli ultimi anni si lavorava nell’incertezza perché era difficile capire cosa si potesse fare e cosa no. Alzavi la saracinesca con la paura di ricevere sanzioni. Ora si può lavorare con più serenità».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA