Vola a Mosca il Salento di Piero Marsili Libelli

Uno scatto a San Cataldo
Uno scatto a San Cataldo
di Marinilde GIANNANDREA
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Martedì 8 Maggio 2018, 12:51 - Ultimo aggiornamento: 13:25
Fotografo sui set di Michelangelo Antonioni, Giuliano Montaldo, Francesco Rosi, Marco Ferreri e per importanti testate italiane, Piero Marsili Libelli è uno degli autori italiani selezionati per la dell’International Photobiennale di Mosca con Gianni Berengo Gardin e Johnny Moncada. Una selezione che si concentra sui tre diversi mondi e visioni; quello di Marsili Libelli è centrato sulla fotografia come performance. Fiorentino, classe 1947, da alcuni anni vive a Lecce e a un Salento inedito e fuori dai luoghi comuni ha dedicato alcuni degli ottanta scatti in mostra a Mosca.
Un autore fuori dalle classificazioni e dai generi, di natura poliedrica. Nella Milano degli anni Settanta fotografa la cronaca nera per il Corriere della Sera e a Roma nel decennio successivo collabora con la rivista L’Espresso con una particolare attenzione al teatro di quegli anni con Carmelo Bene, Memè Perlini e un giovane Roberto Benigni. Ha ritratto William Burroughs, Allen Ginsberg, Roy Lichtenstein, Peter Weir, Federico Fellini, Marcello Mastroianni e soprattutto Michelangelo Antonioni. E ai ritratti di Antonioni ha dedicato una mostra presentata con Wim Wenders nel 2007 al Festival del Cinema Internazionale di Yerevan in Armenia e riproposta a Lecce nel 2009 in occasione del Festival del Cinema Europeo.
 
 

Nel 1981 a Belfast documenta i funerali di Bobby Sand, il leader dell’Ira (Irish Republican Army) e nell’anno della caduta del Muro di Berlino è a Bucarest, dove fotografa la rivoluzione rumena in una chiave inedita con le modelle sottobraccio ai soldati. Viaggia come reporter nei luoghi “caldi” del Pianeta toccando l’Africa, l’India, Pakistan, Afghanistan, il Libano e il Kosovo. Degli anni Novanta sono le sue collaborazioni con i registi italiani e più recentemente è stato il fotografo di scena del “Caravaggio” televisivo con la fotografia di Vittorio Storaro.
La sua performance più nota è “La Camera Chiara” con cui rende omaggio a “La chambre claire”, il saggio di Roland Barthes sulla fotografia. È legata nella sua prima realizzazione alla guerriglia di Belfast ed è stata riproposta nel 2011 a Roma e a Muro Leccese (nella rassegna “The Darkroom Projet”) per la guerra in Afghanistan. È un viaggio in assenza di luce che porta lo spettatore dentro l’oscurità e la presa di consapevolezza dei conflitti, ma è anche un atto di amore nei confronti del processo di stampa con il buio e il tocco dei liquidi che scorrono sulla pellicola durante lo sviluppo, mentre l’odore del processo chimico che invade la stanza prelude a una sequenza di immagini che diventano pezzi unici nati quasi dal nulla e impresse su fogli fotografici sovradimensionati.
La passione per il Salento è documentata dalle fotografie che ha dedicato alla sua terra d’adozione, sempre fuori dall’ovvietà, in un intenso bianco e nero carico di ombre, lontano dagli stereotipi e dal folclore, con una marcia surreale e ironica come quella che si avverte in alcune foto scattate nella Grecìa salentina per il calendario del 2015, “Tra visioni e paradossi”, all’interno del progetto In-Culture. Quello di Marsili Libelli è un Sud con splendori decaduti e un’antropologia che sopravvive all’omologazione. Sono fotografie con un’intonazione cinematografica, teatrale, e i caratteri umani sono connessi all’ambiente e alle architetture di un patrimonio minore. Punti di snodo tra situazioni artificiali e scenari reali che si incrociano visibilmente e convivono all’interno di un set attentamente costruito insieme a una componente di spettacolare imprevedibilità. Le fotografie assumono, in alcuni casi, una qualità onirica nelle assonanze e nei rimandi che annullano la realtà e aiutano a trovare nuove e inedite possibilità, aspetti simbolici e nuove storie perché nel processo di costruzione dell’immagine, oltre che vedere, si può soprattutto immaginare, riflettere e pensare.
L’International Photobiennale 2018 sarà aperta fino al 27 maggio e la “Photography as performance” di Piero Marsili Libelli è in mostra al Central exhibition hall Manege.
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