Morto Bruno Coppola: avvocato, giornalista, socialista e salentino doc

Quasi un secolo di vita vissuta intensamente in un tourbillon di interessi che hanno dato di lui la precisa immagine di un uomo poliedrico

Bruno Coppola
Bruno Coppola
di Antonella MARGARITO
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 11:42

Erano le ore 11,30 del sabato santo e in quel preciso orario cessava di battere il cuore di Bruno Coppola, ultimo capostipite dei fratelli Coppola, figlio di Niccolò Coppola e Assunta Leopizzi, il più grande, il primo dei sei fratelli nella nascita e l'ultimo nella morte. Bruno Coppola, avvocato, aletino e salentino doc, aveva 98 anni, quasi un secolo di vita vissuta intensamente in un tourbillon di interessi che hanno dato di lui la precisa immagine di un uomo poliedrico che riusciva a spaziare dalla politica all'arte e al teatro passando attraverso il giornalismo e la passione per lo sport e per i viaggi.

Insomma 98 anni di una vita vissuta pienamente e ricca di un numero così alto di esperienze che forse ad un altro uomo non sarebbero bastate due vite per poter fare le stesse cose.

Chi era

Nasce il 12 febbraio del 1925, è il primo di sei figli, cinque maschi e una femmina e sin da giovanissimo comincia a dimostrare la sua indole positivamente irrequieta.

Frequenta il collegio dell'accademia navale Morosini di Venezia nata nel 1937 sull'isola di Sant'Elena, una scuola che aveva il compito di preparare i giovani al servizio della Regia Marina e successivamente frequenta anche l'accademia navale di Livorno dopo di che effettua anche alcuni servizi sulle navi come commissario di bordo.

Gli studi lo portano poi a diventare avvocato e diventerà il legale dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale a Lecce. Il suo lavoro però se pure impegnativo non gli preclude di coltivare le sue passioni e i suoi hobby, la politica, il teatro e, quasi un secondo lavoro, il suo amore per l'accoglienza turistica, quando ad animare il campeggio "La Vecchia Torre", fondato dal padre Niccolò, per lungo tempo fu proprio lui con il fratello Franco. Serate di musica, spettacolo, gare gastronomiche documentate da tantissime foto che raccontano di Bruno e Franco Coppola come gli antesignani del Fiorello di turno arrivato invece molti anni dopo. Nel suo cuore vive però il sole del socialismo, quello vero, e negli anni 50 milita nel Partito socialista democratico italiano candidandosi anche par la Provincia mentre negli anni 60 fonda la sezione del Partito socialista italiano ad Alezio. Più volte delegato ai congressi nazionali al tempo di Pietro Nenni, rimane nel partito sino alla metà degli anni 80 ma resta con le idee socialiste nel cuore fino alla fine dei suoi giorni. Come ai tempi di Giuseppe Verdi però molto spesso la politica fa il paio con il teatro del quale Bruno Coppola era fervidamente appassionato. Una sorta di fuoco sacro che trasmette anche al figlio Nanni che attualmente insegna al Conservatorio di Matera.

I circoli culturali

Tra la fine degli anni Sessanta e i primi degli anni Settanta, fonda dunque due circoli culturali che animarono la Lecce bene di quei tempi. "Amici del teatro" con sede al circolo cittadino diventa così una vera novità per la città proprio nel periodo in cui Ariston e Politeama erano punti di riferimento di grosse compagnie di grandi e noti attori di sceneggiati televisivi. A Lecce arrivavano dunque le grandi compagnie, si incontravano gli attori prima delle recite, si parlava dello spettacolo e in quell'occasione Bruno strinse una bella amicizia con Tino Buazzelli che, tra l'altro, fu ospite alla Vecchia Torre ed ebbe modo di gustare il brandy di suo nonno. Il secondo circolo politico culturale fu il "Circolo Salvador Allende", nato negli ambienti democratici della città sull'onda dell'emozione suscitata dal colpo di stato in Cile del 73. Iscritto all'ordine dei giornalisti, ha diretto il foglio del campeggio "La Vecchia Torre" ed è stato corrispondente per "Il Tempo" per le partite del Gallipoli negli anni '70. Grande amante dei viaggi, abile sciatore, anche diversi tipi di sport. Una vita vissuta pienamente dunque e in "moto perpetuo", quel moto che solo negli ultimi anni qualche acciacco aveva potuto fermare.

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