Guardia giurata uccisa: un giallo da 40 anni. La figlia dice no all'archiviazione

Guardia giurata uccisa: un giallo da 40 anni. La figlia dice no all'archiviazione
di Matteo CAIONE
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Venerdì 21 Maggio 2021, 17:51

La Procura di Brindisi chiede l’archiviazione dell’inchiesta-bis sull’omicidio della guardia giurata Floriano Enzo Pino, ma la figlia della vittima si oppone e invoca ulteriori indagini. Rischia di finire in una bolla di sapone anche il nuovo capitolo giudiziario di un giallo che dura da più di quarant’anni.

L'omicidio per mano di un commando armato

Il vigilante di Monteroni, brigadiere dell’istituto Velialpol, morì in servizio la notte del 25 luglio 1979 nel tentativo di bloccare quattro malviventi in fuga a bordo di un camion pieno di carni macellate rubato da un’azienda di Carmiano. Pino aveva 40 anni e fu ucciso per strada, a Mesagne, sotto la pioggia di proiettili del commando. Con la pattuglia che coordinava riuscì a raggiungere l’autocarro rimasto bloccato dalla chiusura delle sbarre di un passaggio a livello. Sul camion erano in quattro, armati di fucile e pistole: pochi istanti e i banditi aprirono il fuoco. Il brigadiere fu colpito alla gola e giunse in ospedale ormai senza vita. Il collega che era con lui fu ferito gravemente, ma riuscì a scampare alla morte.

Un giallo lungo quarantadue anni

Dalle indagini emerse il presunto coinvolgimento di alcuni pregiudicati, quasi tutti brindisini, che oggi avrebbero tra i 65 e gli 80 anni: i loro nomi compaiono nelle informative della polizia giudiziaria dell’epoca. Tuttavia, il caso scivolò ben presto verso l’archiviazione.

E se allora l’inchiesta si chiuse senza colpevoli, l’istanza presentata nel 2019 dalla figlia della vittima, Anna Grazia Pino, ha portato alla riapertura delle indagini. Ma il nuovo procedimento a carico di ignoti per omicidio volontario è finito nuovamente in un vicolo cieco. Il pm Giovanni Marino, titolare del fascicolo sul furto sfociato nel sangue, ha avanzato al Gip la richiesta di archiviazione perché dalle indagini espletate (anche tramite intercettazioni ambientali) non sono emersi elementi investigativi utili.

La figlia: giustizia per mio padre

Il caso rischia quindi di rimanere irrisolto, ma la figlia del metronotte ucciso torna a chiedere giustizia nei confronti di una vittima del dovere. E tramite l’avvocato Giuseppe Cipressa ha presentato opposizione all’archiviazione invocando nuove e approfondite indagini per fare luce sulle numerose ombre che da 40 anni oscurano la verità. Il pm evidenzia, in particolare, alcune criticità: il lasso di tempo trascorso dai fatti, l’assenza di dichiarazioni di collaboratori di giustizia e finanche il mancato rinvenimento del fascicolo dell’inchiesta dell’epoca. Gli atti risultano smarriti. E sebbene la famiglia sia riuscita in passato a recuperare alcune carte, il fascicolo è andato perduto. Anche su questo aspetto la figlia della guardia giurata chiede chiarezza. Oltre a lei e a Salvatore Bernardo, l’altro vigilante che rimase ferito, gli inquirenti hanno sentito anche altre tre persone ritenute informate sui fatti: interrogatori sfociati in un nulla di fatto.


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