Scempio al molo di Adriano, la Soprintendenza avverte: «Tocca al Comune ripulire»

Scempio al molo di Adriano, la Soprintendenza avverte: «Tocca al Comune ripulire»
di Ilaria MARINACI
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Martedì 4 Agosto 2020, 09:04
«Grave il danno al molo di Adriano di San Cataldo. Serve un vero e proprio restauro e tocca al Comune farsene carico. Noi come Soprintendenza vigileremo. Ma, se l'amministrazione non interviene, faremo la nostra parte». Dopo l'atto vandalico che ha deturpato il monumento di epoca romana, simbolo di San Cataldo e opera di un writer non ancora identificato che ha sfregiato i resti archeologici con una estesa scritta spray nera e viola, è la soprintendente Maria Piccarreta a scendere in campo. E ad affidare a una nota la sua posizione su quanto accaduto, dettagliando le competenze sul bene e chiarendo a chi tocchi l'onere (e i costi) dell'intervento di ripristino.
Una risposta, in qualche modo, al Comune che, ieri, sulle colonne di Quotidiano, per bocca dell'assessore alla Cultura Fabiana Cicirillo, l'aveva chiamata in causa. «Il molo di Adriano è un bene della città e dei cittadini le parole dell'assessore ma è la Soprintendenza ad avere la competenza della tutela».

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Si profila, quindi, un nuovo braccio di ferro fra le due istituzioni dopo la lettera inviata dalla Soprintendenza a Comune e Arcidiocesi all'indomani del successo della sfilata di Dior: la Piccarreta lamentava di non essere stata coinvolta in tempo per esprimere il parere sull'allestimento di luminarie in piazza Duomo, che ha bocciato definendolo «avulso dal contesto storico».

Sull'atto vandalico contro il modo di età romana la responsabile della Soprintendenza fa un preambolo articolato: la tutela dei beni è dello Stato, che ne assicura la conservazione, fruizione e valorizzazione con Regioni e Comuni. «In Puglia scrive sono moltissimi i casi in cui il bene in sé è statale ma il sedime non lo è, pertanto in riferimento ai monumenti si dovrebbe vedere una azione in stretta compartecipazione tra Ministero e Amministrazioni. Tutelare questi beni non può prescindere, quindi, da un'assunzione di responsabilità anche da parte dell'amministrazione che ha mantenuto la proprietà, ad esempio, del terreno su cui si erge il bene».

Una circostanza che permette ai Comuni di partecipare a bandi regionali o ministeriali per il restauro, la fruizione e la valorizzazione. Come avvenuto con l'anfiteatro di Rudiae e le Mura Urbiche, entrambi recuperati con finanziamenti ottenuti da Palazzo Carafa. «Anzi a Rudiae evidenzia la Piccarreta si è ribaltata la situazione. La valorizzazione è attuata con un'iniziativa della sola Soprintendenza, che, grazie all'applicazione del partenariato pubblico-privato, ha garantito per il secondo anno consecutivo l'apertura del sito. Le iniziative della società contrattualizzata dalla Soprintendenza sono state raccontate dal Comune di Lecce che ne ha parlato sui propri mezzi social. Così per le mura afferenti al Demanio ma restaurate con fondi gestiti direttamente dal Comune. In questi casi la Soprintendenza esercita la cosiddetta alta sorveglianza. Anche per il molo di Adriano le competenze si intrecciano».

Si tratta di un bene di valore archeologico costruito sul demanio marittimo, la cui funzione è delegata ai Comuni. «La Soprintendenza prosegue la nota può operare direttamente sulle murature in autonomia ma, su beni archeologici non di sua diretta gestione, di solito esercita la sorveglianza delle operazioni effettuate da chi detiene il bene».

Nel 2017 lo stesso sito fu oggetto di un altro atto vandalico e la denuncia della Soprintendenza portò all'individuazione del colpevole, costretto a pagare le spese di ripristino. «Stavolta il danno alle murature-  spiega la Piccarreta - è di tutt'altra entità, molto più grave, sicuramente molto più oneroso. Si dovrà progettare un vero e proprio intervento di restauro, non si tratta soltanto di pulitura e contemporaneamente dovrà corrispondere un adeguato controllo per la sicurezza del bene. Se poi l'amministrazione comunale non può intervenire, il Ministero farà sicuramente la sua parte».

E, qui, la Soprintendenza ventila l'ipotesi di occuparsi direttamente del sito. «Qualora si voglia anche, a quanto letto, legare alla tutela un problema di sicurezza e controllo, procederemo ad attuare tutti i passaggi istituzionali e burocratici anche presso l'Agenzia del Demanio e il Ministero. In definitiva - conclude - è successo così all'anfiteatro in piazza sant'Oronzo con la Direzione Musei Mibact della Puglia».
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