Minerva: «Il modello Gallipoli cambia: non solo lidi e basta caos»

Minerva: «Il modello Gallipoli cambia: non solo lidi e basta caos»
di Vittorio CALOSSO
8 Minuti di Lettura
Domenica 18 Febbraio 2018, 21:04

Il modello Gallipoli, croce e delizia del turismo giovanile e di punta dell’intero Salento, scricchiola sotto la scure dei provvedimenti comunali e le sentenze della giustizia amministrativa rispolverate in questi giorni: revoche di concessioni e annullamenti dei permessi paesaggistici impongono chiusure forzate e rimozioni immediate per lidi e strutture balneari. Tutto ciò a poche settimane dall’avvio della nuova stagione.
Sindaco Stefano Minerva, che succede a Gallipoli? Avete deciso di “smantellare” il turismo balneare e dei giovani?
«Ma quando mai, Gallipoli è una realtà turistica importante che spesso si è autodeterminata anche grazie alle scelte di imprenditori illuminati. È vero che negli ultimi anni è mancata una programmazione, ma questa amministrazione ha raccolto tutto questo e provato, dopo la gestione commissariale e il patto della sicurezza, a mettere insieme politiche giuste per far coesistere le esigenze degli imprenditori e anche l’interesse del cittadino e la tutela del territorio. Questo è già visibile con il regolamento mutuato dall’assessore Piccinno sull’occupazione del suolo pubblico, il blocco delle licenze per nuovi locali nel centro storico già saturo di ristoranti ed esercizi pubblici, e con il coinvolgimento degli stessi imprenditori, con il tavolo tecnico sul turismo, presieduto dall’assessore al ramo e con la partecipazione delle associazioni e degli stessi operatori, dove tutti insieme dialogano per affrontare le problematiche, trovare le soluzioni e arrivare a delle conclusioni positive».
Ma queste determine così drastiche per i sette lidi gallipolini: c’è un volontà politica in tutto questo?
«Assolutamente no. Spesso la politica non può intervenire interferendo con alcuni atti amministrativi. Ecco perché la città di Gallipoli ha bisogno di fare un lavoro corale con tutte le istituzioni del territorio, dalla Regione, alla Prefettura, rinsaldando l’attuazione dei patti sulla sicurezza e contro le infiltrazioni criminali e gli accordi con discoteche e locali da ballo, per ragionare sul Distretto Turistico. C’è necessità di questa coesione tra politica, amministrazione, istituzioni, Regione e Soprintendenza. Non è possibile che una delle istituzioni detti delle regole che vadano nella direzione inversa rispetto a quelle stabilite da altre».
Ma i ritardi sull’esecuzione delle sentenze del Consiglio di stato?
«Il ritardo non dipende certo da noi. I dirigenti e gli uffici comunali hanno avviato le ricognizioni sulle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate in questi anni e anche con l’ausilio dei pareri della Soprintendenza hanno riscontrato la sussistenza delle sentenze del 2012 e 2017 ed hanno dato ora esecutività ai provvedimenti».
Ma voi siete concordi con la Regione o con la Soprintendenza sul mantenimento, o meno, dei lidi tutto l’anno?
«Noi siamo per le regole certe, per il mantenimento annuale delle strutture balneari sulle spiagge, e vicino agli imprenditori onesti e corretti che hanno investito in maniera importante nel settore del turismo. Noi riteniamo, visto che stiamo investendo da tempo risorse ed energie programmatiche sulla destagionalizzazione, che avere le strutture montate e fruibili tutto l’anno è necessario e utile sotto quel profilo e per allungare la stagione turistica, per organizzare con le strutture eventi e percorsi e garantire servizi anche in bassa stagione. Anche perché le relazioni di Legambiente ad esempio ci dicono che anche per la tutela ambientale e delle dune, il montaggio e smontaggio delle strutture sull’arenile è più dannoso che vantaggioso. Ecco perché noi siamo per il mantenimento dei lidi tutto l’anno, ma questo non possiamo definirlo noi, ma bisogna stabilire regole certe e condivise per gli imprenditori. Anche perché ribadisco che ci sono decisioni della politica, come quelle ultime sui lidi a Gallipoli, che nulla hanno a che fare o che non possono interferire con altre decisioni stabilite dai tribunali o da altre istituzioni. Non si può vivere in questo clima di terrore e di interpretazioni delle regole che destabilizza sia i privati, ma anche i politici, i funzionari comunali e la macchina amministrativa».
Quale sarà ora il nuovo modello turistico di Gallipoli?
«I lavori della litoranea vanno nella direzione di una riqualificazione del territorio, verso la possibilità di decongestionare il traffico e rendere più vivibile quel tratto del litorale cittadino e della marina della Baia Verde attraverso la mobilità lenta e la pedonalizzazione. Gli investimenti sulla cultura, la seconda edizione del Salento book festival appena finanziato, la città della poesia, la valorizzazione di monumenti, castello, musei, chiese e luoghi culturali, vanno nella direzione di implementare l’offerta per i vacanzieri e il modello turistico della nostra città che oltre al turismo balneare, che rimane un settore importante e trainante, Gallipoli deve investire nelle sue risorse e sul suo patrimonio artistico, architettonico e culturale».
Cosa dice ad imprenditori e balneari a dir poco disorientati e che chiedono aiuto?
«Dico loro che lidi di eccellenza e percorsi culturali devono viaggiare verso una direzione univoca nel nuovo modello di turismo a Gallipoli, con meno caos, regole certe e condivise e soprattutto da rispettare per tutti, e più qualità. Noi siamo pronti a stare al fianco agli imprenditori in questo processo di cambiamento e di regolarizzazione generale, ma anche tutte le altre istituzioni si devono sentire chiamate in causa e stare accanto a questa amministrazione che sta già dando segnali certi in tale direzione».
E cosa risponde a chi vi accusa di voler celebrare il “funerale” turistico a Baia Verde?
«Noi rispondiamo che questa amministrazione vuole difendere le cose buone di questa città, non affossarle. Per esprimere ancora di più il nostro sentimento di vicinanza, intendiamo passare all’azione concreta invitando imprenditori, portatori di interesse, rappresentanti di categoria ad aprirsi in un ragionamento complessivo in un tavolo tecnico sul turismo pubblico e allargato, alla Soprintendenza, alla Regione e agli operatori turistici, che ora deve divenire un coro a più voci, in cui chiederemo a tutte le istituzioni di aiutare questa amministrazione e il territorio in questo cammino».
Sindaco, lei ha dichiarato con la nuova litoranea si tornerà un po’ agli anni ‘30 e ‘40. Sogna un salto nostalgico all’indietro per Gallipoli?
«Io parlavo del lungomare come negli anni 30’-40’, e intendevo che tornerà come conformazione a quel periodo quando non c’era l’asfalto e non c’era la litoranea, non intendevo quindi un salto nostalgico all’indietro che Gallipoli non si può permettere, ma che sarebbe anche anacronistico. Parlavo di un ritorno ad una zona naturale e che ritornerà alla fruibilità come ai suoi albori quando non vi era viabilità e litoranea asfaltata. Al termine dei lavori sarà nuovamente più fruibile, si potrà circolare a piedi o in bicicletta, si potrà godere del paesaggio e del panorama».
Il nodo lavori “lenti” della litoranea: quando saranno ultimati?
«Per l’apertura della litoranea io avevo detto che se ne sarebbe parlato sempre dopo Pasqua. Credo che per la stagione estiva saremo pronti per tutto il tratto dalla seconda entrata della Baia Verde ai Samari.
Via le auto dal litorale dei lidi, ma i parcheggi saranno sufficienti?
«Stiamo lavorando anche sul nodo parcheggi per garantire la massima capienza nelle zone retrostanti e cercando di creare nuove zone per la sosta e i collegamenti con i lidi. Anche in questo caso ci sono decisioni che dipendono dalla politica e altre che dipendono dalle decisioni dei tribunali per sbloccare contenziosi e acquisizioni di nuove aree da destinare a parcheggio. Dalle zone dei parcheggi stagionali si creeranno anche le condizioni e i varchi necessari per garantire, per ogni spiaggia, l’arrivo agevolato dei bagnanti e anche per i fornitori e gli approvvigionamenti alle strutture turistiche e balneari».
Dalla Bit sono arrivati segnali importanti o c’è preoccupazione anche per il caso lidi?
«Il bilancio alla Bit, dove gli amministratori sono andati a proprie spese, è stato positivo anche perché Gallipoli non va a promuovere le piccole cose, ma partecipa alla borsa del turismo per costruire filiere di relazioni interregionali e internazionali con eventi che non hanno e non fanno altri e perché abbiamo gemellaggi proficui con la riviera Romagnola e con altre realtà pugliesi, come Vieste, con la quale condividiamo quest’anno le tappe mondiali dell’Aquabike. Abbiamo sottolineato la capacità di questo territorio di promuovere il turismo balneare, i grandi eventi anche sportivi, ma anche gli appuntamenti legati all’arte, alla cultura e all’enogastronomia. A marzo saremo alla fiera tedesca di Berlino. Siamo l’unica amministrazione che ha portato Gallipoli a tutte le fiere del turismo e presto avremo ben sette scali di navi da crociera nel nostro porto».
Litoranea, lidi, ma il caos selvaggio del centro storico?
«Con il nuovo regolamento sull’occupazione del suolo pubblico e il blocco delle licenze stiamo mettendo più ordine anche nel centro storico, dove già da questa estate si punta a frenare i vecchi furbetti della Scia e le occupazioni selvagge nelle strade e lungo le riviere, a tutelare il passaggio dei pedoni e il rispetto delle distanze dalle mura.

A conclusione del lavoro della commissione sui pass ci sarà anche una stretta ai permessi per la zona traffico limitato e l’accesso nella città vecchia. A Baia Verde invece, ztl da luglio con le stesse modalità: con accesso e sosta nelle aree interne consentito solo ai residenti stagionali e autorizzati e il solo transito per i non residenti sui viali esterni per raggiungere le aree sosta o tornare in città o sulla statale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA