Scomparso 40 anni fa, l'ombra della pedofilia. La madre: «Scavi nel pozzo, tanto dolore. Se trovano Mauro, morirò in pace»

Scomparso 40 anni fa, l'ombra della pedofilia. La madre: «Scavi nel pozzo, tanto dolore. Se trovano Mauro, morirò in pace»
di Attilio PALMA
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Sabato 7 Dicembre 2019, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 16:37

«Se stanno cercando in quel pozzo, evidentemente qualcuno ha parlato...»: lo dice con un dolore rinnovato Bianca Colaianni, la mamma di Mauro Romano, il piccolo scomparso da Racale, nel Salento, nel 1977 e di cui non si è saputo più nulla. Ha letto sul web la notizia che giovedì a Taviano vigili del fuoco, speleologi e carabinieri hanno setacciato un pozzo in località Fichelle, una traversa di via Regina Margherita.

«Non sapevamo nulla - ammette la donna - martedì siamo stati in trasmissione e ancora non c'erano novità, anche se si era profilata questa nuova pista sulla pedopornografia. Se gli inquirenti si sono mossi in quella direzione, verso quel pozzo, forse il pedofilo ha parlato. Forse ha gettato lì il corpo del mio povero Mauro. Mi auguro che venga presto fuori la verità. La mia speranza è quella di poter morire sapendo che le ossa, i resti di mio figlio sono stati trovati. Solo così, dopo 42 anni di battaglie e di sofferenze, potrei morire in pace. Mauro è morto, altrimenti dopo tutto questo tempo sarebbe tornato a casa».

Bambino scomparso 40 anni fa, l'ombra della pedofilia: una nuova pista conduce fino a un pozzo. Speleologi e vigili del fuoco al lavoro

Ribadisce il concetto: «Penso che se hanno puntato su quella zona a Taviano, qualcosa è accaduto. Non saranno andati lì per caso. Evidentemente, nonostante non ci fosse stato comunicato nulla, le indagini sono andate avanti in silenzio. Ma se mio figlio è davvero capitato nella rete di questi malati, non tornerà più. È stato ucciso e buttato come un rifiuto chissà dove». Si rivolge ancora una volta alle autorità: «Le invito a continuare le ricerche, a non fermarsi. Che mio figlio sia stato ucciso ci sono pochi dubbi ma dopo 42 anni noi chiediamo di avere risposte sulla sua fine. È un tormento che non ci ha dato pace. Vogliamo una tomba dove poter piangere nostro figlio. Poi il pedofilo, se è stato lui, a quell'età non potrà neppure pagare con la galera, ma farà la pacchia dentro casa. Sarà giustizia, ma purtroppo solo fino ad un certo punto».

La signora Bianca descrive tutto il dolore che la percorre ogni giorno: «Qui si piange sempre - dice - tutti i giorni. Piango in silenzio, quando nessuno mi può vedere, né mio marito, né i miei figli. Non voglio che nessuno veda la mia sofferenza. Ma non ce la faccio più a vivere in questo modo, con un pensiero fisso nella testa, non conoscere la verità e la sorte di Mauro. Le indagini si stanno muovendo, i magistrati e le forze dell'ordine fanno il loro dovere e spero che si giunga a una svolta definitiva. La donna era stata ospite pochi giorni fa della trasmissione Storie Italiane: «L'avevo lasciato a casa dei miei suoceri aveva dichiarato ricordando il giorno della sparizione mi avevano avvisato che non lo trovavano più, ed io ero convinta che lo avremmo ritrovato, che fosse in giro a giocare, e invece non era così. Fu accusata la famiglia, accusavano noi genitori.

Dicevano che mio padre aveva ammazzato mio figlio, e che mia madre lo aveva sepolto. Io e mio marito siamo andati poi a vivere in Svizzera, perché non potevo più restare in Puglia».

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