Scompare nel nulla a sei anni, riaperta l'inchiesta su Mauro Romano: c'è un indagato per omicidio volontario

Scompare nel nulla a sei anni, riaperta l'inchiesta su Mauro Romano: c'è un indagato per omicidio volontario
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 14 Febbraio 2020, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 08:32

Omicidio volontario e occultamento di cadavere: con queste contestazioni è stata riaperta l'inchiesta per fare luce sulla scomparsa del piccolo Mauro Romano, volatilizzatosi un pomeriggio di 42 anni fa, il 21 giugno del 1977, all'età di sei anni. Questa volta sul registro degli indagati c’è scritto il nome del 69enne arrestato martedì scorso con le accuse di violenza sessuale continuata e aggravata dalla circostanza che le vittime erano minori e per diffusione di materiale pedopornografico. C’è il nome di A.S., di Taviano, nel registro degli indagati. Fino al 2010 c’era quello di un altro uomo che si dimostrò poi estraneo alle stesse accuse contestate ora ad A.S..

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L’inchiesta procede: questo pomeriggio alle quattro saranno ascoltati in Procura i genitori di Mauro, Bianca Colaianni e Natale Romano. Hanno chiesto loro di essere sentiti, per fornire ogni possibile ulteriore dettaglio su Mauro ed eventualmente anche su A.S. 
La stessa persona, A.S., che durante le prime ricerche di Mauro fu arrestata perché accusata, e poi condannata con sentenza passata in giudicato nel 1984, di avere cercato di estorcere ai genitori 30 milioni di lire per fornire notizie sulla scomparsa del loro bimbo di sei anni.

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Un atto dovuto per la Procura. Un atto conseguente ad una concatenazione di eventi abbastanza recenti hanno indotto il pubblico ministero Stefania Mininni a verificare se e quali responsabilità potrebbe avere avuto A.S. nella scomparsa di Mauro. Sì, proprio lui, proprio l’uomo che allora si espose chiedendo denaro per telefono, certo di non potere essere rintracciato.

Un atto dovuto dopo che alla fine di dicembre i genitori di Mauro hanno presentato in Procura una richiesta di riapertura delle indagini. Causata certamente dalla spinta emotiva di una madre e di un padre che non hanno mai accettato di aver perso quel figlio e di non averne saputo più nulla. Ma i due genitori hanno preso questa iniziativa anche sulla scorta delle ricerche effettuate il 5 dicembre nel pozzo che si trova accanto al capannone dove A.S. - questa l’accusa - aveva preso l’abitudine di adescare undicenni, dodicenni e tredicenni, promettendo loro incontri con le ragazze. Facendo leva sullo spirito di aggregazione, organizzando partite a carte o una pizza tutti insieme. 

Quel pozzo, peraltro, riconosciuto da una delle sue vittime quando vide pubblicata la foto su una testata giornalistica online nell’articolo sulle ricerche dei vigili del fuoco e dei carabinieri.
L’indizio che ha dato lo spunto a quelle ricerche è nel fascicolo. È nelle decine di testimonianze, nei file scaricati dagli smartphone dei ragazzi e dell’indagato. Abbastanza per battere questa nuova pista.

Da A.S.

per il momento nessun contributo. Qualche domanda su Mauro avrebbero potuto fargliela il giudice Giulia Proto ed il pubblico ministero Mininni nel corso dell’interrogatorio di garanzia di ieri pomeriggio, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.RispondiInoltra

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