Mascherine cinesi pericolose non solo negli ospedali: «Oltre 5.000 unità distribuite fra i poveri della Diocesi»

Mascherine cinesi pericolose non solo negli ospedali: «Oltre 5.000 unità distribuite fra i poveri della Diocesi»
di Giuseppe TARANTINO
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Domenica 18 Aprile 2021, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 12:24

Anche la Caritas diocesana di Nardó-Gallipoli tra i destinatari delle mascherine Ffp2-KN95, di provenienza cinese, nei giorni scorsi sequestrate, su disposizione della Procura di Gorizia, che ha aperto un'inchiesta, perché risultate «non conformi alle normative vigenti e pericolose per la salute» e che secondo i test effettuati filtrerebbero solo il 10% di quanto dovrebbero.
Nei 18 Comuni della diocesi di Nardò-Gallipoli, sono migliaia le mascherine distribuite, soprattutto, a persone bisognose assistite dalla Caritas, ma anche a operatori e volontari. Il direttore don Giuseppe Venneri e tutti gli operatori Caritas sono delusi e preoccupati per il rischio a cui sono state esposte migliaia di persone.

La consegna dei dispositivi


«A dicembre 2020 e a febbraio 2021 - spiega don Venneri - la Caritas diocesana ha ricevuto dalla Protezione civile regionale poco meno di 5.000 mascherine Ffp2-KN 95 che sono state distribuite agli operatori e anche a diverse persone seguite dalle Caritas parrocchiali, oltre a poco meno di 120mila mascherine chirurgiche.

Purtroppo nei giorni scorsi ho appreso che la Procura di Gorizia sta indagando su quelle mascherine acquistate dalla struttura coordinata dall'allora commissario per l'emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, ed ho scoperto con stupore e disgusto che tra gli stock fallati vi erano anche le mascherine a suo tempo ricevute dalla Regione».

La restituzione e il ritiro di nuove mascherine


La Caritas diocesana si è data da fare per tentare di recuperare il maggior numero possibile di quelle mascherine non a norma che sono state riconsegnate alla Protezione civile. Poi, grazie anche a quanti sostengono la Caritas, ne sono state già acquistate delle altre da un'azienda di fiducia per continuare a operare con serenità. Don Giuseppe Venneri si dice turbato dalla notizia ma soprattutto «assai preoccupato per il fatto che non siamo riusciti a recuperare circa 2000 mascherine che sono state distribuite».
«Abbiamo fornito quelle mascherine a tantissime persone bisognose continua don Giuseppe - che oggi scopriamo non essere state protette da quel presidio. Ma penso anche agli operatori sanitari, alle forze dell'ordine, ai tanti impiegati pubblici che le hanno ricevute e usate. Mi chiedo come si possa avere un così scarso valore morale, come si possa davvero speculare sulla vita delle persone».

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